Il segnale è politico: Daniele Frongia, assessore allo Sport e storico braccio destro di Virginia Raggi, è pronto a salutare il Campidoglio, se tutto andrà...
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L’amico e compagno di tante battaglie Frongia, colui che l’accompagnò in Campidoglio a bordo di un’auto elettrica turchese il giorno dello storico insediamento nel 2016, vuole cambiare aria.
E ha partecipato alla call di Sport e Salute (ente pubblico nato sulle ceneri di Coni Servizi). In ballo c’è un posto da amministratore delegato a Coninet, una società in house che segue i servizi informatici dello sport italiano. La posizione si è aperta dopo le dimissioni di Francesco Romussi che ora si occupa del dossier olimpiadi invernali Milano-Cortina.
Attenzione. Va detto che Frongia, laurea in Statistica e dirigente dell’Istat con esperienze di primo piano nel mondo informatico, ha tutti i requisiti chiesti dal bando. E inoltre, come fanno sapere dalla società collegata al ministero dello Sport del grillino Vincenzo Spadafora, nulla è stato deciso. Frongia ha presentato la sua candidatura (il termine scadeva il 30 aprile), ma al momento non esiste una short list né tanto meno si è passati alla fase 2, quella dei colloqui.
Si tratta di un contratto a tempo determinato di 24 mesi, da circa 160mila euro all’anno. Legittime ambizioni, ci mancherebbe, e il tutto nella massima trasparenza. Ma tra poco si saprà il nome del nuovo ad. Entro giugno, trapela da Sport e Salute. La vicenda è interessante vista dal Campidoglio: Frongia è uno «dei quattro moschettieri» eletti nel 2013 in Aula Giulio Cesare (insieme con Marcello De Vito, Enrico Stefano e Raggi). Nel 2016, espugnata Roma, la grillina lo nominò subito vicesindaco, come ricompensa per averle scritto il programma economico (diventato un libro “E io pago”).
Una fiducia condivisa anche con l’accesso nella mitica chat dei “Quattro amici al bar”. Poi ci furono l’arresto di Raffale Marra, i veleni, e Frongia è rimasto solo assessore allo Sport. Una carica che lascerà se verrà selezionato in questa nuova avventura, costringendo la sindaca all’ennesimo cambio in giunta (in quattro anni siamo a quota 13). Ma è il segnale che conta, soprattutto ora che la partita Roma 2021 entra nel vivo. Tra smentite (David Sassoli dice «assolutamente no» a correre per il Pd) e tentativi di fughe verso miglior vita.
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Il Messaggero