Beppe Grillo la blinda: «Virginia Raggi ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico». «Lei è serena e io non posso che esserle vicino in un...
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Ma c'è un confine che potrebbe tornare a far riesplodere le divisioni, per ora sopite anche grazie alla stretta di Grillo sui parlamentari. Se la sindaca - che a quanto si apprende attenderà il 30 gennaio per l'interrogatorio senza chiedere di essere ascoltata prima dai giudici - venisse rinviata a giudizio, i falchi del Movimento, a quanto apprende l'Adnkronos, ne chiederanno la testa: nessuno sarebbe disposto ad accettare oltre. Il codice etico voluto da Grillo, da molti bollato come il "salva-Raggi", individua invece lo spartiacque nella condanna anche solo di primo grado. Eguagliandola al patteggiamento: se si viene condannati o si patteggia si è fuori dal M5S.
Nel codice etico i vertici del Movimento hanno indicato la condanna di primo grado come linea di demarcazione proprio perché al rinvio a giudizio potrebbe anche risolversi in una assoluzione. Ma per gli 'ortodossì il vaso a Roma è colmo da un pezzo, e in caso di rinvio a giudizio sono pronti a chiedere a Grillo di staccare la spina senza attendere oltre. Quanto all'ipotesi di patteggiamento, nel M5S si esclude senza se e senza ma che si possa procedere su questa strada. Il codice etico parla chiaro: «sono equiparate alla sentenza di condanna la sentenza di patteggiamento, il decreto penale di condanna divenuto irrevocabile e l'estinzione del reato per prescrizione intervenuta dopo il rinvio a giudizio», si legge infatti nel documento votato dalla Rete il 4 ottobre scorso. Intanto Grillo, a quanto si apprende, monitora gli umori nel Movimento, preoccupato dalle divisioni che continuano ad agitarlo nonostante il clima di calma apparente. «Sembra più preoccupato da quelle che dalla sindaca», si dice convinto chi lo ha sentito nelle ultime ore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero