Raggi, i consiglieri grillini strigliano il sindaco: «Basta scandali, ora cambia passo»

Raggi, i consiglieri grillini strigliano il sindaco: «Basta scandali, ora cambia passo»
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La giornata di Virginia Raggi comincia con lei che si barrica nello studio al primo piano di Palazzo Senatorio con i tutor inviati dal M5S nazionale e si sfoga («Sono davvero stanca...») e finisce oltre le nove di sera, dopo una riunione con i consiglieri comunali della sua maggioranza che le chiedono due cose: prima un «chiarimento» sull'ennesima bufera che si è abbattuta sul Campidoglio, la polizza che le ha intestato Salvatore Romeo, e poi, una volta ottenute le spiegazioni della sindaca (che ripete la formula dell'assicurazione «a mia insaputa) la incalzano chiedendo un «cambio di passo» a livello amministrativo.


L'ASSENZA DI DE VITO
Nella sala accanto all'Aula Giulio Cesare ci sono quasi tutti i big del gruppo pentastellato: c'è il presidente dei consiglieri M5S, Paolo Ferrara, c'è Enrico Stefano, numero due dell'Assemblea capitolina, ci sono diversi presidenti di commissione. Manca solo Marcello De Vito, il fedelissimo della Lombardi a capo del Consiglio comunale, che sgattaiola via da Palazzo Senatorio poco prima che la sindaca esca dal suo studio per raggiungere l'adunata dei grillini.

I DUBBI DEGLI ASSESSORI
«Virginia, dicci qualcosa, spiegaci cosa sta succedendo, cosa hai detto ai pm?», chiedono gli eletti Cinquestelle. Gli stessi interrogativi che, ieri mattina, si ponevano diversi assessori prima della riunione di giunta. Un «senso di smarrimento generale», spiega un uomo forte della squadra di «Virginia». Crepe che iniziano a infiltrarsi nell'esecutivo comunale, in attesa di spiegazioni convincenti. «Possibile che lei non sapesse dell'assicurazione?», la domanda che transita nei capannelli informali degli assessori. A tutti - ai consiglieri e ai membri della sua giunta - la Raggi ripete che «no, l'ho appreso l'altro giorno dai magistrati». Che insomma «Romeo ha commesso una leggerezza, ma nel caso è un errore suo. Io non c'entro nulla».

La stessa tesi che ripete in tv, da Mentana su La7, dopo avere collaudato la strategia difensivo-mediatica per tutta la mattina, fianco a fianco con il capo della comunicazione grillina, Rocco Casalino, e con il tandem Alfonso Bonafede-Riccardo Fraccaro, i due parlamentari spediti da Grillo per vigilare sul Colle capitolino.
Una tesi a cui, per il momento, i consiglieri grillini scelgono di credere, ma solo con la promessa di un «cambio di passo deciso», spiega un consigliere che ha partecipato alla riunione. «Anche Virginia ha detto di essere d'accordo: dobbiamo far ripartire la città». Messaggio chiaro: «Basta scandali, ora serve una strategia vera sui trasporti, sulla manutenzione stradale, sulla raccolta dei rifiuti».

Quando ha capito di avere strappato l'ennesima tregua, l'ennesima fiducia a tempo da parte della sua maggioranza, la sindaca chiede ancora di serrare le fila: «Basta con le polemiche», la richiesta. Poi l'ammissione: «In questi mesi forse ci siamo lasciati travolgere dagli attacchi esterni, ora dobbiamo concentrarci sulla nostra agenda».

SQUADRA DA CAMBIARE
Per tentare di avviare la ripartenza, la Raggi ha deciso di cambiare la giunta. In tempi «strettissimi» (c'è chi dice già entro la prossima settimana) arriveranno due assessori in più: uno con la delega ai lavori pubblici, che verrà separata dall'assessorato all'Urbanistica; uno per il Patrimonio e le Politiche abitative.

I VETI INTERNI

A Palazzo Senatorio già circolano rose ristrette di papabili; nei giorni scorsi per le Infrastrutture era spuntato il nome della consigliera Alessandra Agnello. Una scelta che, solo ventilata nei retroscena, ha riacceso lo scontro interno, facendo scattare il veto dei colleghi, fedeli alla linea: «I consiglieri non possono fare gli assessori». Ecco perché è già ripreso lo scouting all'esterno.

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Il Messaggero