Quelle prime uscite dei figli e i genitori fantasmi della notte

Quelle prime uscite dei figli e i genitori fantasmi della notte
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Guardoni, zombie, fantasmi della notte. Chi si aspettava di finire così, noi che si ballava sui tavoli, una doccia e via verso nuove avventure. Arriva il giorno in cui si diventa al massimo tassisti, si rifiutano sedentari inviti a cena perché tocca accompagnare i ragazzi nei locali, oppure ci si alza a orari improbabili per riprenderli. «Papà vieni, sto a piazza della Rotonda?», e ci si alza da tavola, dal letto, il pigiama sotto la giacca, senza fare una piega. La dura vita dei genitori tassisti inizia sempre prima, gli amici abitano ovunque, appuntamento alla metro o vicino al locale, spesso bisogna riaccompagnare anche altri. È l’età di mezzo, non sono motorizzati ma iniziano a uscire. Qualcuno la prende bene, approfitta dell’attesa e si fa un lungo aperitivo «se mi stendo sul divano è finita». Chi con figli di varie età, più o meno automuniti, ha imparato a risparmiare energie. Va a letto come le galline, per poi mettere un paio di sveglie: il figlio dovrebbe rientrare all’ora tot, la figlia dopo. Ci si abitua a tutto anche al sonno a singhiozzo. A una condizione: che dopo un certo margine di tolleranza, a chiamata si risponda, altrimenti scattano i messaggi minatori. «Chiamo i carabinieri». Seguiti da un rassicurante quanto provocatorio squillo, uno solo per carità.


raffaella.troili@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero