Qualità della vita, i giovani romani la valutano appena «sufficiente» e sui migranti sono divisi

Qualità della vita, i giovani romani la valutano appena «sufficiente»
Raggiunge appena la sufficienza il voto che i giovani romani danno alla propria qualità della vita. Un sondaggio commissionato dall'assessorato allo sport del comune di...

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Raggiunge appena la sufficienza il voto che i giovani romani danno alla propria qualità della vita. Un sondaggio commissionato dall'assessorato allo sport del comune di Roma, fotografa l'immagine di una generazione, quella dai 18 ai 35 anni, non solo poco soddisfatta della propria vita, ma anche poco fiduciosa nei confronti delle istituzioni politiche e «divisa» sull'atteggiamento verso i migranti. Nel valutare la loro della qualità della vita in città i giovani romani esprimono un giudizio medio poco sopra il valore della sufficienza (6,04). In particolare, esattamente un terzo, il 33,1%, appare molto soddisfatto, esprimendo un voto elevato tra 8 e 10, il 39,4% uno medio di sufficiente o poco più che va da 6 a 7, mentre una quota consistente, il 27,8%, esprime un voto basso di insufficienza, compreso tra 0 e 5, dimostrando di essere per niente o poco soddisfatto della propria qualità della vita.


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Sul fronte dei migranti emerge «una evidente dicotomia». In particolare, considerando sia le risposte «molto d'accordo» sia quelle «abbastanza d'accordo», con il 66,4%, l'affermazione che trova l'assenso più alto è «l'immigrazione dei cittadini stranieri permette il confronto tra culture diverse». Al contempo però le espressioni con il secondo e il terzo più alto assenso evidenziano la percezione dell'invasione e, dall'altro, la relazione «immigrazione- criminalità». Circa due giovani su tre, è concorde nel ritenere che i due problemi più gravi di Roma siano identificati nel degrado urbano e nell'insufficiente tutela dell'ambiente, il 64,5%, e nel traffico, viabilità e parcheggi, il 64,4%. Lo studio fa emergere anche «la crisi di rappresentanza politica confermato dalla maggiore fiducia accordata alle istituzioni sociali rispetto alle istituzioni più strettamente politiche: l'indice medio di fiducia espresso nei confronti delle prime, pari al 62,9%, supera nettamente, di quasi il doppio, quello calcolato per le seconde (34,5%)». Tra le istituzioni quella che gode di maggior fiducia è, comunque, il presidente della Repubblica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero