Mafia Capitale, «Così Carminati pilotava la protesta della coop»

Mafia Capitale, «Così Carminati pilotava la protesta della coop»
Riunioni ”mafiose” in aperta campagna, sit-in di protesta pilotati e tante manovre per condizionare e ricattare la politica. Massimo Carminati (nella foto), per la...

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Riunioni ”mafiose” in aperta campagna, sit-in di protesta pilotati e tante manovre per condizionare e ricattare la politica. Massimo Carminati (nella foto), per la procura di Roma, è il capo indiscusso di quella mafia «originale e originaria» che ha fatto affari con tutti. Il processo Mafia Capitale comincia ad entrare nel vivo, in concomitanza con le primarie per la candidatura del futuro sindaco. Nell'aula bunker di Rebibbia il capitano del Ros Giorgio Mazzoli ricostruisce la forza dell'ex Nar, il suo essere detentore di segreti (le tangenti di Finmeccanica, ad esempio) assai temuti in alcuni ambienti politici. Non si muove foglia che Carminati non voglia, nella Roma di Alemanno come in quella di Marino. Due episodi, citati nel corso dell'udienza, lo dimostrano con chiarezza: la manifestazione delle coop di Buzzi con tanto di lanci di pomodori contro la sede di Eur Spa, dopo le dimissioni dell'ex ad Riccardo Mancini; la riunione in aperta campagna (perché se andava male «li sotterravamo») tra una delle cooperative di Buzzi, Formula Sociale, e la coop Metro Service per il recupero di un credito da 95mila euro.


L'INCONTRO
E' il 15 maggio 2014 e Buzzi organizza ad Acilia, presso la casa famiglia ”Piccoli Passi” di Lorenzo Alibrandi, un incontro con Alfonso Argentino, Giovanni Valente (entrambi di Metro Service), Fabrizio Testa. Obiettivo: appianare il debito. Alla riunione partecipa anche Carminati. Come sia andata, lo racconterà lo stesso Buzzi ai suoi della 29 giugno, in una intercettazione ambientale depositata ieri agli atti del processo. «Ad un certo punto - racconta il ras delle coop - Giovanni, quello che fa er coatto, dice: ”Sai che c'è? Io mi alzo e me ne vado”». Non l'avesse mai fatto. Carminati lo fulmina: «Dove cazzo pensi di andare... a pezzo di merda! stai seduto! Stai seduto». La riunione continua, Carminati e Testa rimangono soli con Valente. L'accordo si raggiunge sulla cifra di 35 mila euro. Metro Service li verserà con un assegno da 5mila e il resto con cinque versamenti, l'ultimo dei quali il 19 marzo dello scorso anno. Un'intesa non propriamente bonaria.
Travolto dall'inchiesta Breda Menarini, Mancini è costretto a lasciare Eur spa all'inzio del 2013. Un duro colpo per il duo Carminati&Buzzi, tenuto conto che «er ciccione Mancini è lui che ce sta a passà i lavori buoni e glie damo le steccate». Ecco allora che, per far capire alla nuova dirigenza che le coop della 29 giugno non mollano, il Nero decide di organizzare una manifestazione di protesta davanti alla sede di Eur Spa, con tanto di pomodori lanciati e slogan di protesta: «Mancini, Borghini, dateci i soldini». E' il 14 febbraio e, terminato il picchetto, Buzzi avvisa Carminati: «E' andata bene».
 

LE PRESSIONI

Ma la ”macchina” guidata dal Nero manifesta appieno la sua potenza durante la campagna elettorale del 2013. L'organizzazione - spiega ancora il capitano del Ros Mazzoli - punta sull'elezione di Giovanni Quarzo a consigliere comunale (Pdl). Della «squadra di ragazzi per fare attacchinaggio» in favore di Quarzo, Carminati ne parla con Tommaso Luzzi. Il giallorosso ”Marione” Corsi, conduttore radiofonico amico del Nero, dà una mano come può e in campagna elettorale invita in trasmissione diversi candidati, tra cui Mario Baldi, consigliere regionale (Lista civica per Zingaretti). Una volta seminato in abbondanza, per Carminati arriva l'ora di «tirare le reti». «Io ho fatto la campagna elettorale, ora si va a bussicchiare», dice ai sodali dopo l'elezione di Marino. Punta su Quarzo, ”cavallo” di Luca Gramazio, perché venga nominato residente della Commissione Trasparenza. Fa pressioni su Baldi affinché induca il consigliere comunale Mino Dinoi (gruppo misto) a sostenerlo. Un meccanismo, quello del do ut des, che il Nero sembra ben conoscere. E che funziona, con le buone come con le cattive.
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Il Messaggero