Quattro anni di liti furibonde, con tanto di percosse e lancio di stoviglie. È un comportamento che poco si addice al suo titolo nobiliare, quello che ha portato sul banco degli...
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Il teatro delle sfuriate e degli atteggiamenti violenti del barone è stato, dal 2008 al 2012, il castello di Tor Crescenza, situato tra via Cassia e via Flaminia, immerso in un parco secolare, una residenza da sogno, scelta anche da Silvio Berlusconi nell’agosto del 2010 per prendersi una pausa durante l’estate. Nel 2012, su ordine del giudice, il barone era stato allontanato da casa, accusato di aver costretto la principessa a subire umiliazioni, sfociate persino in percosse e pugni in faccia. I litigi, iniziati nel 2008, si erano fatti sempre più violenti, e spesso avvenivano davanti ai tre figli della coppia. Come scrive il pm Vittoria Bonfanti, titolare del fascicolo, alla Borghese era stato imposto «un regime familiare improntato a prevaricazione, prepotenze e aggressioni».
La donna veniva costantemente umiliata e ingiuriata, accusata di essere «una mantenuta», si legge nelle carte della Procura. In più occasioni, inoltre, era stata addirittura minacciata. Come quando il barone, in un impeto di rabbia, aveva rovesciato un tavolo carico di bicchieri e bottiglie, mandando tutto in frantumi, e aveva sferrato i cocci contro la consorte. Nel 2010, dopo essere stata percossa, la donna, difesa dall’avvocato Marcello Melandri, aveva sporto denuncia.
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Il Messaggero