Roma, le cremazioni in tilt: l’oltraggio delle bare in fila nel deposito di Prima Porta: «Ormai sono 1.100»

Roma, cremazioni in tilt: l’oltraggio delle bare in fila nel deposito di Prima Porta: «Ormai sono 1.100»
Stringe il cuore a vedere la lunga fila dei carri funebri incolonnati sulla collina di Prima Porta prima di riuscire a raggiungere l'ingresso del forno crematorio, fermarsi,...

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Stringe il cuore a vedere la lunga fila dei carri funebri incolonnati sulla collina di Prima Porta prima di riuscire a raggiungere l'ingresso del forno crematorio, fermarsi, fare scendere il proprio carico di dolore e aspettare che gli addetti ai servizi cimiteriali prendano la bara corredata di relativi documenti per portarla dentro. Queste salme, però, non accederanno direttamente a una delle sei linee degli altrettanti forni attivi al Flaminio. Ma finiranno stipate nel grande deposito dell'edificio insieme alle altre casse allineate a decine e decine in file parallele, su più ripiani, a riempire ogni minimo spazio utile dell'edificio di cemento, anche all'aperto, sul piazzale interno nel retro.


Il Covid, infatti, ha creato una la lista d'attesa anche per i morti: sono 1100 i corpi attualmente ancora da cremare nel cimitero capitolino. Full anche la camera mortuaria principale di Prima Porta, quella vicina agli uffici del camposanto. Anche qui il capannone accanto agli uffici cimiteriali è pieno di casse, a ogni angolo. Tanto che per riuscire ad accogliere tutte le bare Ama, l'azienda che si occupa del servizio, sta facendo ricorso anche all'ausilio della camera mortuaria del Verano.


LE TESTIMONIANZE
«In trent'anni di lavoro mai vista una situazione del genere - allarga le braccia l'autista di un'agenzia funebre romana - sono qui in fila da almeno quaranta minuti. E ci stanno dicendo che ci vorrà anche un mese prima che i familiari vengano chiamati per la cremazione». Fiori, corone, piccoli capannelli di parenti sgomenti. Il corteo dei carri si snoda su due lati. In una Panda grigia c'è una famiglia, figli e papà anziano. «No, oggi non si potrà fare nulla - spiegano - perché dentro è pieno, ci è stato detto che ci sono tantissime richieste. Oggi sarà solo compilata la lista d'attesa e, mano a mano che scorrerà, verremo chiamati per prendere l'urna. I tempi? Una quindicina di giorni indicativamente».

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I MOTIVI
Ma che cosa sta succedendo a Prima Porta? Innanzitutto già tra ottobre e novembre un report di Ama, la municipalizzata che gestisce i cimiteri romani, parlava di un incremento dei decessi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno di circa il 65 per cento. Tradotto per il crematorio, significa che, a fronte di circa 70 salme precedentemente incenerite ogni giorno, la richiesta adesso è balzata ad almeno 130. Un'impennata dovuta al Covid e coincidente, più in generale, con una maggiore inclinazione e sensibilità verso questa pratica. Tempo fa, inoltre, c'era stato un malfunzionamento al sesto forno che aveva complicato le cose, guasto poi riparato. Adesso l'azienda sta ragionando su come affrontare la nuova emergenza, predisponendo un piano ad hoc che prevede, oltre al necessari incremento del numero delle celle frigorifere, anche e soprattutto l'entrata in funzione di due nuove linee crematorie al cimitero Laurentino.

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Il Messaggero