Fotografava minorenni nudi o durante le prestazioni sessuali che saldava con paghette e regalini. Mischiando, secondo la procura, «per troppi anni il sacro col...
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Col rischio che a breve gli arrivi un'altra batosta giudiziaria. Al momento dell'arresto, nel maggio 2015, don Dino, infatti, era stato ritenuto al centro di una rete di pedofili che adescava e istigava alla prostituzione baby gigolò a Termini. «Mi piacciono i giovani, ma non sono un maniaco di minorenni - ha dichiarato l'ex prete - Catalogo le foto di nudi di ragazzi perché sono un tipo molto ordinato e pure perché la carne è debole e provo piacere a rivederle». «Per quei provini mi pagavano pure, in genere dieci euro. Li facevo posare e poi consegnavo gli scatti tenendo una copia. In molti volevano togliersi dalla strada per fare marchette a casa. Li aiutavo. A tutti, però, chiedevo l'età. Se ho avuto rapporti con qualche minorenne è solo perché mi avevano mentito sull'età».
Uno, secondo l'accusa, un ex chierichetto, del periodo in cui officiava a Siena. Nel ripostiglio della casa canonica, ad Acilia, erano stati ritrovati 40.000 foto porno, di cui 1.686 file ritraenti sei minori. E due album fotografici a tema. Il primo verde contenente 117 foto di giovani nudi (ribattezzati coi nomi dei profeti), il secondo blu con 284 foto e sul retro l'indicazione della prestazione. Il parroco, assistito dall'avvocato Gianluca Nicolini, potrebbe essere incastrato anche da un manoscritto: «Vi ho amato tutti e non vi scorderò mai»: la storia di un prete pedofilo che confessa vent'anni di incontri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero