Presidi Lazio, concorso pilotato: indagati 13 funzionari. Truccati almeno 64 verbali di correzione delle prove

Coinvolte nell’inchiesta della Procura ben sei commissioni del Lazio su nove

Presidi Lazio, concorso pilotato: indagati tredici funzionari. Truccati almeno 64 verbali di correzione delle prove
Per la Procura di Roma ci sono le prove documentali che il concorso nazionale per selezionare 2.416 presidi, bandito sulla Gazzetta ufficiale il 23 novembre del 2017, sia stato...

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Per la Procura di Roma ci sono le prove documentali che il concorso nazionale per selezionare 2.416 presidi, bandito sulla Gazzetta ufficiale il 23 novembre del 2017, sia stato truccato. Tredici funzionari del ministero dell’Istruzione sono indagati per falso ideologico: avrebbero pilotato i risultati delle prove d’esame tra febbraio e marzo del 2019. Sono almeno 64 i verbali artefatti, secondo l’accusa: i componenti delle commissioni mettevano i voti ancora prima di correggere le prove. I sostituti procuratori Laura Condemi e Alessandra Fini hanno notificato ai 13 funzionari del Miur l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio.

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LA RICOSTRUZIONE

In sostanza gli indagati, in qualità di pubblici ufficiali, «effettuavano false attestazioni all’interno dei verbali delle prove d’esame da loro redatti». In particolare, «davano atto di aver proceduto alla correzione - si legge nel capo d’imputazione - mentre il caricamento della scheda di valutazione, con l’inserimento dei voti, risulta effettuato mediante accesso alla piattaforma Cineca in data precedente all’asserita correzione». La “scatola nera” del concorso è infatti rappresentata dal software gestito dal consorzio Cineca, che contiene gli identificativi alfanumerici per l’associazione dei compiti anonimi con i nomi e i cognomi dei candidati.
Le sottocommissioni per correggere le prove scritte degli aspiranti presidi, interessate da questi presunti brogli, erano dislocate in diversi istituti superiori romani: dal Leonardo da Vinci di via Palestro (zona Castro Pretorio), al Leon Battista Alberti in viale Città del Lavoro (all’Eur). Addirittura c’è il caso di una “furbetta del cartellino”: una componente della commissione del concorso per dirigenti scolastici (tra i 13 indagati) che, dai verbali, risultava impegnata nelle operazioni di correzione degli elaborati e invece in quelle ore stava lavorando negli uffici della Corte dei conti, dove aveva appena timbrato il badge.

LA DIFESA

«Salutiamo con soddisfazione la prima risposta di legalità ad una vicenda che appare inquietante nei suoi aspetti di pervasiva illiceità e dispregio delle regole - commentano gli avvocati Giuseppe Murone e Pierpaolo Dell’Anno che assistono molti candidati di quel concorso - Si pensi che la provvisoria incolpazione riguarda un numero abnorme di commissioni giudicatrici del Lazio (6 su 9) e verbali di correzione delle prove (64)». «Grazie al certosino lavoro dei magistrati della Procura della Repubblica potranno avere presto risposte concrete le centinaia di onesti candidati da noi patrocinati. Alla fine, perseveranza e lavoro pagano: gli stessi partecipanti al concorso aspettano ora una pronta risposta dell’autorità amministrativa», concludono i legali.


Alla prova preselettiva per accedere al concorso nazionale si erano iscritti circa 34.000 candidati e di questi 9.000 erano passati agli scritti. La soglia di sbarramento della prova scritta, che determinava l’accesso all’orale, era di 70 su 100. Secondo gli esclusi, che hanno fatto ricorso, alcuni di questi punteggi sono stati assegnati in modo arbitrario, alterando l’esito finale del concorso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero