Precipitò sulla banchina del Tevere: studente americano muore a Chicago dopo tre mesi di coma

Andrew Mogni
E' morto al Northwestern Memorial Hospital di Chicago, dove era stato trasportato il 20 marzo, Andrew Mogni, lo studente americano di 20 anni che il 13 gennaio era stato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E' morto al Northwestern Memorial Hospital di Chicago, dove era stato trasportato il 20 marzo, Andrew Mogni, lo studente americano di 20 anni che il 13 gennaio era stato trovato agonizzante a Roma alle due di notte su una banchina del Tevere, in corrispondenza del lungotevere dei Vallati, dopo essere precipitato da un'altezza di circa 10 metri. Andrew, studente dell'Università dell'Iowa, alloggiava a Trastevere presso la John Cabot University, ed era arrivato nella capitale da poche ore per seguire un programma semestrale di studio. Aveva trascorso la sera fuori con gli amici ed era reduce da un “pub crowl”, un giro dei pub in comitiva per bere alcol a più non posso all'insegna del “bevi quello che vuoi, quanto vuoi, fin quanto puoi. E anche oltre…”.




Una moda che spesso ha avuto conseguenze drammatiche e anche mortali. I suoi amici hanno raccontato che Andrew, intorno all'una e mezza, li aveva lasciati dicendo di non reggere più e di voler andare a dormire. Il ragazzo fu trovato alle due da un passante sulla banchina del Tevere. Visto il suo stato di ubriachezza si pensò subito che si fosse seduto in stato di semi-incoscienza sul muretto e fosse poi precipitato. Gli inquirenti, però, hanno anche ipotizzato che potesse essere stato vittima di una rapina, visto che non aveva documenti con sé e che i suoi oggetti personali erano spariti: fu identificato solo grazie ai suoi amici. Sulla fine di Andrew, quindi, non tutto è stato ancora chiarito. Il volo sulla banchina provocò emorragie interne e infezioni: il ragazzo è rimasto in coma per tutto questo tempo. Il 20 marzo lo hanno riportato a Chicago, vicino a casa sua. Ora è morto: l'ultimo viaggio di Andrew si è compiuto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero