Roma, palazzo crollato a Ponte Milvio, zona allagata 10 giorni fa: «È scivolato il terreno»

Un gigante con i piedi di argilla, con le fondamenta che sono scivolate nel terreno, trascinando buona parte dei quattro piani del palazzo. «Un po' come accade con le...

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Un gigante con i piedi di argilla, con le fondamenta che sono scivolate nel terreno, trascinando buona parte dei quattro piani del palazzo. «Un po' come accade con le case sul Canal Grande, a Venezia, che si abbassano sempre di più», cerca una motivazione al disastro l'esperto arrivato in via della Farnesina 5, dopo il crollo. Ed è questo che potrebbe essere successo anche alla costruzione degli anni 50, che si trova proprio davanti alla chiesa di Ponte Milvio. Le basi non hanno retto e il palazzo è imploso. Le ragioni del disastro è ancora presto per dire quali siano state, ma già ieri, circolavano con insistenza le immagini riprese dieci giorni fa, quando una bomba di acqua ha allagato l'intera piazza e le vie circostanti. Non un temporale qualunque, ma una vera alluvione. Tanto che gli stessi inquilini del palazzo che non c'è più, avevano dovuto svuotare in fretta e furia i garage sommersi dalla pioggia.

IL CONSULENTE
Per capire le reali cause del disastro ci vorrà del tempo, ma già ieri il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Carlo Lasperanza hanno aperto un fascicolo d'inchiesta senza indagati, ipotizzando il reato di crollo colposo. E hanno chiamato come consulente di parte, l'ingegnere Claudio De Angelis, lo stesso che ha lavorato all'altro recente caso, quello dove è rimasto distrutto un palazzo sul Lungotevere Flaminio.
Sono diversi i punti sui quali fare chiarezza. Raccontano gli inquilini, che venerdì scorso avevano chiamato i vigili del fuoco e che questi avevano accertato il rischio di un possibile crollo, ma solo di un crollo parziale. E avevano invitato una parte di loro (quelli dell'area poi non precipitata, ndr) a lasciare l'abitazione, in attesa di nuovi controlli.
IL CONSIGLIO
Nello stesso momento, anche l'amministratore del condominio aveva convocato un ingegnere, e questo sembra essere stato più categorico, lasciando intravedere un rischio serio per gli abitanti, tanto da suggerire a tutti di andare via.
Gli inquirenti sentiranno ognuno di loro nei prossimi giorni, per tentare di capire come siano andate veramente le cose, mentre già domani potrebbe arrivare sul tavolo del pm una prima informativa dei vigili del fuoco. Il palazzo in via della Farnesina è stato costruito 70 anni fa, è fatto di mattoni pieni, in muratura portante. E' solido. Ma lo è di meno la zona su cui è stato edificato: una marana infiltrata dal Tevere e dall'acqua che scende dalla collina di Monte Mario. «Un terreno - spiega un esperto - che sta scivolando per via della subsidenza geologica», ovvero un lento e progressivo sprofondamento del fondo di un bacino. La Valle dell'Aniene è gravemente interessata da fenomeni simili, e, sebbene in misura minore, anche quella del Tevere.
LE FONDAMENTA

Il palazzo potrebbe essere stato costruito su una grotta o su basi non solide, ma per poterlo capire bisognerà prima aspettare che venga abbattuto completamente e che le macerie vengano rimosse. Solo così i tecnici potranno studiare le fondamenta e accertare perché i pali di fondazione siano scivolati nell'acqua, insieme al terreno circostante, facendo abbassare la parte posteriore del palazzo di un paio di centimetri. Lo sgombero di quello che rimane delle case di via della Farnesina, è una delle ragioni che sta destando più polemiche. All'arrivo degli investigatori sul luogo dell'incidente, infatti, i proprietari delle case si sono fatti avanti per protestare: i costi dell'abbattimento dello stabile spettano a loro, a meno che, quello che resta non precipiti da solo.
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Il Messaggero