Una struttura costosa, che tiene le persone in condizioni igeniche più che precarie e, per di più, inutile visto che pochissimi dei detenuti vengono effettivaemnte...
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La metà degli ingressi al Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria «si risolve entro un mese», anche perché il 45% dei rilasci avviene per «non convalida» e «solo il 15% viene effettivamente reimpatriato»: questo «apre una vecchia questione sull'effettiva utilità delle strutture. Parliamo dell'unico centro tutto femminile d'Italia con una popolazione tra le 40 e le 60 unità. Questo da un pò l'idea dell'inutilità dell'istituzione», ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia, presentando la sua relazione al Consiglio regionale del Lazio.
La struttura di Ponte Galeria, nel merito, è in condizioni «indegne, indecorose e malsane» ha sottolineato il garante: «Ha ambienti di pernottamento e di vita indecorosi, privi di qualsiasi suppellettile e di strumento di vita dignitosa. Su questo chiediamo all'amministrazione dell'Interno un intervento rapido ed efficace: in quelle condizioni non può proseguire la sua attività. Dovrebbe essere ristrutturato e adeguato anche alla vita civile. Sono dei grandi cameroni privi di tutto da cui si accede a cortili dove non c'è niente, nemmeno un albero. E ci sono tra le 40 e le 60 donne che vivono così la loro giornata. È una cosa inaccettabile». In questo senso Anastasia ha invitato i consiglieri regionali a effettuare sopralluoghi esercitando la loro facoltà di accedervi «senza richiesta di autorizzazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero