Roma, rubano cherosene da un deposito Nato in Belgio e lo portano a Pomezia

Roma, rubano cherosene da un deposito Nato in Belgio e lo portano a Pomezia
IL CASO Rubavano cherosene da un deposito Nato in Belgio, lo caricavano sui camion per portarlo clandestinamente in Italia, dove lo rivendevano a prezzi stracciati. A scoprire il...

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IL CASO
Rubavano cherosene da un deposito Nato in Belgio, lo caricavano sui camion per portarlo clandestinamente in Italia, dove lo rivendevano a prezzi stracciati. A scoprire il traffico internazionale sono stati i finanzieri del comando provinciale di Roma, insieme alle fiamme gialle di Pomezia che hanno arrestato il rappresentante legale dell'azienda di trasporto che ha la sua sede proprio nella cittadina alle porte della Capitale.


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LE INDAGINI
Le indagini sono scattate dopo la segnalazione alle autorità belghe da parte di alcuni funzionari della Nato che avevano scoperto una carenza di carburante piuttosto sospetta.
Gli operai avevano verificato che non c'erano né perdite, né guasti all'oleodotto e l'unica spiegazione era che qualcuno sottraesse il cherosene. L'escamotage usato dai trafficanti era semplice, ma molto efficace. Alcuni cittadini ucraini e moldavi residenti in Belgio avevano posato una condotta parallela all'oleodotto, alla quale erano riusciti a collegarsi attraverso un bypass che trasferiva il carburante fino ad un capannone, preso in affitto a qualche chilometro di distanza dal deposito.
Qui venivano riempite le cisterne da mille litri e caricate sugli autoarticolati, destinazione il Belpaese. Ad aspettare i mezzi, c'erano i referenti italiani che, con la complicità di persone compiacenti, vendevano il cherosene a prezzo stracciato. Gli investigatori hanno stimato che nella Penisola è entrato circa un milione di litri di prodotto petrolifero - una parte destinata al mercato greco - con un danno di circa un milione di euro. Gli accertamenti condotti in Italia da parte dei baschi verdi, hanno condotto a una serie di perquisizioni nelle sedi delle società coinvolte, nelle abitazioni degli appartenenti all'organizzazione truffaldina e a decine di interrogatori.
L'indagine europea, coordinata dalla procura della Repubblica di Roma, in collaborazione con l'autorità giudiziaria e gli organi di polizia del Belgio, si è conclusa con l'arresto del rappresentante legale dell'azienda di trasporti pometina: un uomo di 50 anni già conosciuto alle fiamme gialle e che in passato sarebbe stato coinvolto in traffici poco chiari di prodotti petroliferi. L'imprenditore, destinatario di un mandato di arresto europeo, è già stato estradato in Belgio, dove il procedimento proseguirà anche nei confronti delle altre 14 persone indagate a piede libero.

A Pomezia, nella sede legale della ditta, i finanzieri hanno sequestrato due semirimorchi, 102 cisterne da mille litri ciascuna e una cisterna ferroviaria da 36mila litri. Tutti contenitori e mezzi che venivano utilizzati per il trasferimento del carburante in Italia. Non è la prima volta che i berretti verdi scoprono un giro di contrabbando di prodotti energetici. Nel 2017 i finanzieri smantellarono un'organizzazione che spacciava olio lubrificante per gasolio, rivendendolo in diverse stazioni di servizio ed evadendo le accise.
Moira Di Mario
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Il Messaggero