Arriva il Pomezia Light Festival: «Verso un futuro più smart e luminoso»

Arriva il Pomezia Light Festival: «Verso un futuro più smart e luminoso»
La città come non l’avete mai vista: giochi di luce che interagiscono con il pubblico, palazzi abbandonati che rivivono con nuovi colori, proiezioni che catapultano...

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La città come non l’avete mai vista: giochi di luce che interagiscono con il pubblico, palazzi abbandonati che rivivono con nuovi colori, proiezioni che catapultano lo spettatore in dimensioni diverse spingendolo a guardare quello che lo circonda con occhi nuovi.


È Pomezia Light festival, la manifestazione di light art, organizzata da Opificio in collaborazione con il Comune di Pomezia, che torna per la sua seconda edizione dal 21 al 23 settembre.

Un festival fortemente legato al suo territorio che punta sulla necessità di riappropriarsi della relazione con lo spazio cittadino.

27 artisti di cui 8 internazionali, oltre 15 interventi artistici, 1 chilometro e mezzo di percorso per oltre 1000 metri quadrati di luce, una sezione dedicata agli artisti under 35 finanziata dal bando Siae SILLUMINA, più di 50 universitari e liceali al lavoro: tre giorni in cui Pomezia sarà invasa da opere artistiche multimediali, digitali, luminose, selezionate tra una rosa di artisti che hanno risposto alla Call for Artist indetta lo scorso novembre.

Tema di questa edizione è la Smart City, ovvero la città intelligente e ideale che già gli intellettuali e architetti del Rinascimento immaginavano, ipotizzando un luogo in cui l’armonia e la bellezza dell’architettura si sposassero con la lungimiranza del governo politico e la vita associata della comunità civica, fondendo insieme estetica, funzionalità e ideali. Pomezia Light Festival aspira a tutto questo esplorando l’argomento attraverso l’arte e la cultura. Le opere del festival ridisegneranno le strade della città, neutralizzando ogni distanza tra artista e fruitore, entrambi attori protagonisti sul terreno comune dello spazio urbano. L’obiettivo è produrre arte sul territorio, per il territorio, con la cittadinanza, arrivando a generare un intervento di rigenerazione urbana, ovvero azioni di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio preesistente. L’effimero che diventa permanente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero