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Con molta probabilità sono entrati in azione nel cuore della notte e con tutta calma, forse con l’aiuto di un basista, si sono portati via attrezzature video per ben 500 mila euro. Colpo grosso la notte di giovedì in via Aurelia 1303: il deposito del megastore “Poltronesofà” è stato svaligiato.
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Ma ad essere portati via non sono stati divani né poltrone quanto più un compendio enorme di videocamere e attrezzatura propria dei cine-operatori che era stata lasciata nel magazzino poiché necessaria per la registrazione e il seguente montaggio di alcuni spot pubblicitari. Il valore è enorme: 500 mila euro appunto, stimato dalle diverse società a cui di fatto appartengono le attrezzature. Tutte assicurate anche per casi specifici ma per come è stato messo a segno il colpo tutto lascia pensare ad un basista interno.
LA DINAMICA
A denunciare il furto sono stati alcuni dipendenti che, venerdì mattina, iniziando il turno di lavoro si sono resi conto dell’ammanco.
I PRECEDENTI
Il furto per la modalità resta sospetto o quantomeno anomalo. Pare infatti che non siano stati trovati segni di effrazione ma questo, considerate le tecniche delle bande organizzate, potrebbe non aver alcun valore. E non è questo il primo maxi furto o rapina che avviene nelle strutture commerciali della Capitale. Qualche tempo fa, a largo Goldoni (pieno centro storico) lo store della maison Fendi è stato svaligiato: una trentina le borse e i complementi rubati per un valore di circa 110 mila euro. Anche in questo caso niente allarme o meglio, il sistema non ha suonato. I malviventi sono riusciti ad entrate aprendo semplicemente la porta e ripulendo un paio di scaffali. Poi sempre un altro grande magazzino - in questo caso un iper-discount sulla Salaria, all’altezza di Settebagni - fu ripulito non molto tempo prima dell’incasso settimanale. Colpo pulito con un bottino di circa 200 mila euro che il direttore avrebbe dovuto depositare in banca quel giorno (era un lunedì) in cui, aprendo l’attività, si rese conto della voragine aperta su un muro laterale del magazzino. I malviventi in questo caso avevano faticato un po’ di più dovendo per l’appunto sfondare una parete ma anche in questo caso non sono stati trovati.
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Il Messaggero