Agenti con telecamera, al corteo anti-Ue debutta la "sorveglianza hi-tech"

Agenti con telecamera, al corteo anti-Ue debutta la "sorveglianza hi-tech"
Le prime immagini sono arrivate sul tavolo della scientifica in serata. Si vedono i manifestanti che gridano, si sente perfettamente cosa dicono. I loro volti, le reazioni, sono...

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Le prime immagini sono arrivate sul tavolo della scientifica in serata. Si vedono i manifestanti che gridano, si sente perfettamente cosa dicono. I loro volti, le reazioni, sono registrate in alta risoluzione.




La rabbia esplode davanti al cordone di polizia che protegge la sede dell’Unione europea in via IV Novembre, già imbrattata nei giorni scorsi. Pochi minuti di tensione, gli unici ieri pomeriggio, senza alcun lancio di uova e ortaggi, come invece avevano programmato alcuni attivisti durante il corteo nazionale organizzato dall’Usb e dal collettivo Militant contro il semestre europeo italiano che comincerà il primo luglio. Solo il timido tentativo di un quarantenne di dare fuoco alla bandiera dell’Ue con un fumogeno, fermato da un funzionario della Digos scortato da due corpulenti agenti in borghese, che avevano già sequestrato qualche scatola di uova. Troppo pochi i manifestanti, circa un migliaio, troppi i poliziotti dispiegati dalla questura che temeva un arrivo di massa. Ma qualcuno ha pure notato che dai giubbotti delle divise antisommossa spuntavano parecchie micro telecamere, ancorate con una clip e collegate a un telecomando posto all’altezza della cinturone. Una sperimentazione partita con l’emissione di una circolare del Dipartimento guidato dal capo della polizia, Alessandro Pansa, che durerà sei mesi, voluta dal ministero dell’Interno, Angelino Alfano, proprio per rendere più sicure le manifestazioni a rischio.



LA PARTENZA

Il corteo è partito alle 16 da piazza della Repubblica. In testa un grosso striscione, esposto da alcuni giovani immigrati africani, con su scritto «Rottamiamo Renzi e i Trattati dell’Unione europea». Accanto l’immagine del gufo che richiama simbolicamente l’affermazione più volte utilizzata dal premier nella campagna elettorale per le europee («prima c’erano falchi e colombe, ora gufi e sciacalli»). Renzi è stato simbolicamente portato in corteo, assieme al ministro per le Riforme, Marianna Madia, con due manichini vestiti da «apprendisti stregoni» con finte banconote da 80 euro attaccate al mantello nero. Tra le fila dei militanti anche alcuni lavoratori dell’Ilva e dei vigili del fuoco, i movimenti antagonisti, i sostenitori delle cause della Palestina e dell’Ucraina, i disoccupati e i No-Tav. Un gruppo è pure è salito sulla terrazza della Scalinata dei Borgia che affaccia su via Cavour, ha atteso il passaggio del corteo e ha srotolato striscioni e acceso fumogeni.



ARRIVO FLOP


L’arrivo in piazza Santi Apostoli è un flop. A dispetto della mole del Tir dove è stato allestito il palco con tanto di altoparlanti e spina per la birra, sono rimasti solo qualche centinaio di manifestanti. Pochi per una mobilitazione nazionale anti europeista e sicuramente non sufficienti a impensierire il dispiegamento di agenti e carabinieri. Mentre lo speaker ingaggia il dibattito e spiega i motivi della protesta, una ventina antagonisti si dirigono verso il cordone di polizia che protegge la sede Ue. I poliziotti indossano il casco e accendono le telecamere. In molti, dall’altra parte, lo notano. La rabbia si trasforma in urla, insulti, qualche fumogeno. Ma nessun tentativo di sfondamento. Il traffico viene dirottato fino al tardo pomeriggio quando gli ultimi irriducibili liberano la strada. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero