Attenti, i Pokemon sono sotto casa nostra

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Il sabato sera di un diciottenne....Caccia di Pokemon @elisa76 Pikachu si aggira al Colosseo, beato chi lo trova. Articuno...

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Il sabato sera di un diciottenne....Caccia di Pokemon

@elisa76

Pikachu si aggira al Colosseo, beato chi lo trova. Articuno dalle parti di piazza di Spagna, o a corso Francia piuttosto che all’Eur, sotto casa potrebbe capitarvi di acciuffare Mew. I mostriciattoli tascabili ideati nel 1996 dal giapponese Satoshi Tajiri sono tornati e questa volta stanno in mezzo a noi. Da venerdì è arrivato anche in Italia Pokemon Go, il videogioco che sta facendo impazzire gli allenatori di mezzo mondo. È semplice, gli animaletti che prima si catturavano seduti sul divano adesso bisogna scovarli nel mondo reale, andando a spasso per la città e prendendoli di mira con il touch screen. In pochi giorni l’applicazione che si scarica sugli smartphone (sfrutta la realtà aumentata e il gps) è diventata un fenomeno. Negli Stati Uniti hanno già inventato una nuova parola, pokemoning ossia andare in giro a caccia di Pikachu e degli altri pupazzetti gialli.

Il guaio è che i giocatori non si fermano davanti a niente, inseguono i mostri negli ospedali e nei musei tanto che sono già comparsi i primi divieti. Una mania destinata a cambiare le abitudini degli appassionati del giochino anni Novanta. Chi l’ha scaricato in altri paesi passa più tempo con Pikachu e gli altri cento “animaletti” che su whatsapp, instagram, snapchat e messenger, una media di oltre 43 minuti al giorno. «State tranquille», twitta @dottorwatson , «venivate ignorate anche prima di PokemonGo». Sui social network si organizzano spedizioni in posti isolati nella speranza di acciuffare qualche pokemon leggendario. A Roma Pikachu se la dovrà vedere con gli allenatori agguerriti ma anche con i topi, quelli veri.

maria.lombardi@ilmessaggero.it
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Il Messaggero