Assalto dei pusher, paura al Pigneto. I residenti: «Non possiamo uscire di casa»

Assalto dei pusher, paura al Pigneto. I residenti: «Non possiamo uscire di casa»
Notte di guerriglia al Pigneto. Bottigliate, cassonetti rovesciati: una quarantina di spacciatori in rivolta contro tre carabinieri che stavano arrestando due di loro. Momenti di...

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Notte di guerriglia al Pigneto. Bottigliate, cassonetti rovesciati: una quarantina di spacciatori in rivolta contro tre carabinieri che stavano arrestando due di loro. Momenti di altissima tensione, due commercianti che corrono in aiuto dei militari, poi l'arrivo dei rinforzi e il fuggi fuggi generale. Il bilancio è di nove fermi e sette arresti, tra i quali due spacciatori e cinque che hanno preso parte alla guerriglia.




Ma è solo l'ennesimo episodio e i residenti temono che non sarà affatto l'ultimo. «Vivo qui da quindici anni: la situazione è cambiata radicalmente. È pieno di pusher, ci sono perfino mappe con le indicazioni sui posti dello spaccio. Noi residenti proviamo a fare manifestazioni ma non basta». Giovanna T. convive ormai con le difficoltà e la paura di un quartiere in cui residenti ed esercenti ormai si sentono assediati, tanto da arrivare a definire «una delle tante ma proprio tante» la rissa che, mercoledì sera, ha visto quaranta africani aggredire i carabinieri che arrestavano due pusher.



«VUOI L'ERBA?»

«Zio la vuoi l'erba?: lo chiedono a tutti, dai ragazzi agli over 70, entrando perfino nei locali - dice Fabrizio, titolare di una pizzeria - Noi siamo qui da generazioni e la zona è peggiorata in modo esponenziale. L'isola pedonale non ha migliorato la situazione: i pusher la usano come bivacco. Nascondono la droga nelle aiuole, nelle saracinesche, sotto i sampietrini. L'altro giorno la titolare di un negozio qui vicino ha chiesto a due di loro di non mettere la droga nella sua serranda. In risposta, ha ottenuto una raffica di insulti».



Mentre le saracinesche dei locali si alzano, la via è presidiata da gruppi di stranieri che offrono le dosi. «Qui è così tutti i giorni, dalla mattina alla sera - racconta Stefano Civitenga, nel quartiere da 52 anni - Fino a quando i locali sono aperti e illuminano la via si riesce a camminare, la notte diventa impossibile. Mio figlio ha 16 anni e non passa più per questa strada: appena i pusher lo vedono gli propongono di comprare. La rissa dell'altro giorno ha dimostrato che gli spacciatori non hanno timore di nessuno». Il perché è presto detto. «Anche alla polizia cadono le braccia - prosegue Fabrizio - Una volta ne hanno arrestati circa quaranta. Dopo poco erano tutti in strada e quando vedevano passare gli agenti sorridevano loro in modo sarcastico».



I CONTROLLI

Perché «i controlli ci sono - commenta Emiliano, alla Pizzicheria - ma forse ce ne vorrebbero di più, pure con i cani. Noi siamo fortunati, la sera chiudiamo, ma la notte qui è invivibile». Adelina, cameriera in un locale nell'area pedonale, assicura, con un filo di voce, di sentirsi al sicuro ma nelle motivazioni si cela la paura della zona: «Mi sento tranquilla perché sto attenta a dove vado e perfino a come mi vesto». Esasperati, parlano in tanti. Ma sono molti coloro che preferiscono stare in silenzio. E c'è chi tiene il conto delle vendite di droga: «Ecco è appena successo» dicono anche i più anziani, indicando gli spacciatori ogni volta che si conclude una trattativa.



LE REAZIONI


Il sindaco Marino tenta di rassicurare: «Siamo al lavoro con gli altri componenti del Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza - annuncia il sindaco Ignazio Marino - per mettere in campo nuove e più efficaci strategie di contrasto allo spaccio, con particolare attenzione ai quartieri Pigneto, San Lorenzo e Trastevere». Alfio Marchini commenta su Facebook: «Vigili aggrediti nei campi rom. Carabinie aggrediti al Pigneto se arrestano dei pusher. La gente nei mezzi pubblici viene borseggiata continuamente. E potrei continuare. Che cosa dobbiamo aspettare per ammettere che a Roma la mancanza di sicurezza è oramai un'emergenza? È mai possibile che non ci sia mai un responsabile?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero