Roma, piazza Vittorio insicura: i pusher sono sempre lì. E il restyling slitta al 2019

Roma, piazza Vittorio insicura: i pusher sono sempre lì. E il restyling slitta al 2019
Due tipi stanno fermi davanti all'ingresso dei giardini da ore, il cellulare in mano. Lì davanti, all'altezza di via Carlo Alberto, dove lunedì notte...

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Due tipi stanno fermi davanti all'ingresso dei giardini da ore, il cellulare in mano. Lì davanti, all'altezza di via Carlo Alberto, dove lunedì notte è stata violentata una clochard. Li conoscono ormai tutti qui intorno, sono ricettatori, aspettano che qualcuno vada a consegnare merce rubata. C'erano ieri, l'altro ieri e ci saranno domani. Come i pusher nigeriani sui gradini, poco più in là, come quello in bici che vende sotto i portici l'eroina, sempre l'identico tragitto, i quattro sulla panchina, loro vendono coca e marijuana, o gli altri tre appoggiati alle inferriate che fanno finta di bere vino, spacciatori anche loro. C'erano lunedì, martedì, ieri, e vuoi scommettere che ci saranno domani? Il giorno dopo la violenza e le telecamere tutte lì, piazza Vittorio che diventa un caso, attori e registi in prima linea a chiedere più sicurezza, tutto è come prima. Solo i rifiuti sono di più, nessuno li ha raccolti, ci sono nuove bottiglie e nuovi cartoni nei giardini, come se non fossero già abbastanza alti quei cumuli lungo i vialetti.


«Se nemmeno il giorno dopo il clamore dello stupro niente è cambiato, è evidente che c'è la volontà di lasciare che piazza Vittorio sia una zona franca per spaccio e ricettazione. Ma per cortesia, non scriva il mio nome». I residenti sono rassegnati, qualcuno sperava in un segnale. E invece i ricettatori marocchini, algerini e tunisini sono lì, identiche postazioni dei giorni precedenti. Meglio loro dei pusher, ripetono da questi parti. Lo spaccio è nei giardini, quando è notte sotto i portici. C'è chi dorme sul marmo con i piedi fasciati nella plastica. Su via Principe Amedeo il mercato di roba rubata sparisce solo per qualche ora, quando arriva la polizia. Poi torna.

IL FUTURO
Niente è cambiato e sono ormai anni che va peggio. Per il restyling di piazza Vittorio bisognerà ancora aspettare molto, almeno fino al prossimo anno, e i cantieri riguarderanno soltanto i giardini, mentre il progetto originario prevedeva anche la riqualificazione dei portici. Il piano di Palazzo Senatorio, che risale all'amministrazione di Gianni Alemanno è stato inserito nel novero degli atti che puntano a recuperare parte dei fondi stanziati (ma non spesi) per l'Anno Santo. In ballo ci sono 2,8 milioni di euro: la gara è stata bandita a maggio dello scorso anno e, a quanto pare, in Campidoglio sarebbero arrivate una decina di offerte di imprese interessate a svolgere quel lavori. Ma da allora è tutto fermo, anche a causa della difficoltà che l'amministrazione comunale incontra a formare le commissioni aggiudicatrici delle gare d'appalto, il timore dei funzionari comunali di essere chiamati a risarcire di tasca propria chi dovesse impugnare in tribunale i risultati delle commissioni stesse.

LO SLITTAMENTO

Così la riqualificazione della parte centrale della piazza, realizzata da Gaetano Koch poco dopo il trasferimento della Capitale d'Italia da Firenze a Roma, slitta almeno al 2019: una volta assegnato l'appalto servirà circa un anno di lavori per portare a termine l'intervento. E se Virginia Raggi preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno, sottolineando «i finanziamenti per l'Esquilino, finalmente sbloccati dopo anni di rinvii», Fratelli d'Italia attacca: «Piazza Vittorio non ha pace - sottolineano Andrea De Priamo e Stefano Tozzi - Prima la sinistra di Marino che definanzia il progetto e ora la Raggi, che riqualifica solo una parte della storica piazza e lascia appeso l'iter per l'aggiudicazione della gara». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero