Si fa fatica pure a camminare, a piazza San Lorenzo in Lucina. E non è per il caldo. La pavimentazione traballa sempre di più. E l'esasperazione di chi lavora,...
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Lo scorso Natale, per la prima volta dopo decenni, a San Lorenzo in Lucina niente abete né concerto. Il problema sta proprio nello stato della piazza: la pavimentazione sconnessa non si riesce a sistemare con i soldi pubblici e si incorre pure nel rischio di cadute. Così l'associazione trova uno sponsor pronto a far fronte al restyling con 320mila euro. I privati presentano il progetto, ma l'iter si inceppa. Il piano di intervento prevede, per la sola durata dei lavori, l'esposizione di due pannelli ai margini della piazza con l'indicazione dello sponsor. Pratica non prevista dalle norme e che vale solo per le facciate dei palazzi. Serve un intervento sulle procedure. Materia capitolina. Il confronto passa dal Municipio al Campidoglio. Si susseguono incontri fino a un paio di mesi fa. Poi più nulla.
«Bastava una modifica alla delibera 19 per il restyling dei beni pubblici - rimarca Bella - Abbiamo avuto un incontro con l'assessore Cafarotti. E ci siamo fermati al punto in cui l'amministrazione ha detto che politicamente il problema era superato. Da lì più nessuna notizia». E aggiunge, ad indicare che il tempo è scaduto: «Servono quattro, cinque mesi di lavori». Anche la presidente Sabrina Alfonsi fa sapere che il I Municipio è rimasto all'incontro in Campidoglio, senza avere più convocazioni. Nel frattempo è stato approvato il regolamento sulle sponsorizzazioni, ma pare non sia questa la pratica utile al caso. Tra sponsorizzazione e pubblicità/affissione - si fa sapere dall'assessorato allo Sviluppo economico e al Turismo - la pratica di piazza in Lucina sembra ricadere proprio sotto quest'ultima casistica. E allora - si aggiunge - è necessario attendere il nuovo regolamento sulle pubbliche affissioni non ancora portato in Assemblea capitolina: dovrebbe arrivarci dopo l'estate. Ma fatto l'atto, il progetto formalmente andrà presentato al Municipio e dovrà riprendere il suo iter. Insomma, dopo mesi di contatti e attese, c'è da aspettare ancora.
A una manciata di mesi dal Natale la decisione del presidente dell'associazione. «Rassegno le mie dimissioni pubblicamente perché pubblico è stato sempre il mio impegno; come si dice, c'ho messo la faccia - scrive Bella - Di noi romani si racconta che siamo abituati a tutto, che siamo un po' disincantati e che tutto abbiamo visto. Ed è vero. Nel mio piccolo e a prescindere dal colore politico di chi amministrava la città, ho continuato sempre ad impegnarmi al massimo per dialogare negli anni con il Comune perché una città è una entità viva con le sue esigenze, i suoi cittadini lo sono. Ormai da tempo il funzionamento della macchina città soccombe alla schermaglia politica generale».
La conclusione di lasciare, allora, «con sofferenza il mio ruolo di Presidente, le inutili riunioni in cui si decidono cose a cui poi non si dà seguito». «Lascio le assurde pretese dei singoli che a parole tutti sono per il bene comune della piazza o della via ma che poi in realtà sono ripiegati su stessi, lascio le infinite email e le inutili telefonate, lascio gli incontri senza un seguito con questo o quell'ufficio in Assessorato o in Municipio, lascio le parole roboanti, le promesse elettorali, le immancabili difficoltà burocratiche o politiche con le quali si giustifica sempre ogni insuccesso».
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Il Messaggero