Va difeso con forza uno dei simboli non solo della nostra bellezza, ma della nostra identità (e i due concetti in fondo coincidono). Insomma il deliro di degrado a cui...
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Dallo spogliarello di una donna con tuffo nella fontana ai topi che scorrazzano tra i capolavori di Bernini e di Borromini e ancora non hanno mangiato il piede di una signora come accaduto poche sere fa a Trastevere, ma poco ci manca; dalla spazzatura non raccolta all'assenza di legge e ordine; dagli ubriachi che sciamano a pancia nuda tra gli effluvi dei loro sudori e i maleodori circostanti al barocco usato come accampamento senza nessun rispetto per la dignità di un luogo che dovrebbe essere intoccabile e incontaminato nel suo splendore.
Se Jep Gambardella, passeggiando di notte lungo Piazza Navona dopo una prova d'amore svogliato, avesse dovuto fare zig zag in mezzo ai ratti, non avrebbe avuto la concentrazione per regalare una verità proverbiale contenuta nella «Grande Bellezza»: «A 65 anni ho capito una cosa. Che non posso più perdere tempo a fare le cose che non mi va di fare». Invece lo spazzino che pulisce timidamente il selciato, perché ha paura di svegliare i due ubriachi che si godono il loro sonno indecoroso accanto alla sua scopa, una cosa dovrebbe fare: cacciare gli sbronzi e, nel caso di resistenza, chiamare la polizia. E i due fidanzatini in love che non fermano quella donna discinta che si tuffa nella fontana? Il civismo potrebbe battere l'inciviltà, e salvare Piazza Navona, ma purtroppo sembra l'unico che dorma in queste notti d'ordinaria follia. Una volta Alberto Sordi - così ha raccontato - fu quasi aggredito a Piazza Navona da due balordi, che poi per fortuna lo riconoscono e lo risparmiano. Commento di Albertone: «Qualche volta anche i teppisti hanno un'anima. Ma presto la perderanno». Il momento è arrivato.
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Il Messaggero