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Era stato multato e “daspato”, allontanato per 48 ore da piazza di Spagna. Non si trattava di un ultrà facinoroso, ma di un avvocato che, sfidando l’ordinanza anti-bivacco introdotta nel 2019 dall’allora sindaca Virginia Raggi per mantenere il decoro dei monumenti e delle aree di interesse artistico, si era seduto sulla scalinata di Trinità di Monti, rifiutando di alzarsi su invito dei vigili.
Ora è stato bacchettato anche dal Tar, al quale si era rivolto per annullare la sanzione e il provvedimento, considerandolo «infamante per il proprio decoro, anche professionale, restando altrimenti il suo nominativo all’attenzione del Questore». I giudici hanno invece confermato la decisione dell’amministrazione: sedersi sulla scalinata, oltre a intralciare il passaggio, ostruisce la vista su piazza di Spagna, rovinando l’area monumentale. Non è tutto: l’avvocato è stato anche condannato a pagare a Roma Capitale le spese legali, pari a duemila euro.
I FATTI
I fatti risalgono all’agosto del 2019.
Lui all’epoca aveva dichiarato di avere agito in quel modo per provocazione, perché «sedersi su una scalinata non può costituire giuridicamente un’offesa al decoro urbano», aveva detto, annunciando che avrebbe presentato ricorso al Tar. Ora, però, i giudici hanno dato ragione al Campidoglio. Il Daspo era infatti scattato perché l’avvocato «teneva condotte in violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione sulle aree indicate dal regolamento di polizia urbana», si legge nella sentenza. Il legale ha definito la sanzione illegittima, visto che la sua condotta, cioè il fatto di essersi seduto sui gradini della prima rampa del lato sinistro, «non avrebbe limitato la libera accessibilità e fruizione della scalinata di Trinità dei Monti». Per i giudici, invece, il provvedimento è legittimo, adottato «dall’amministrazione capitolina in stretto ossequio alle previsioni di cui al richiamato nuovo Regolamento di Polizia Urbana di Roma Capitale, approvato appena due mesi prima», a salvaguardia «della sicurezza, della vivibilità e del decoro della città».
LE MOTIVAZIONI
Secondo i magistrati, sostare seduti sulla scalinata di Trinità dei Monti è «di intralcio non solo all’accesso e al passaggio, indubbiamente reso più difficoltoso, tanto più trattandosi di scalini antichi, in alcuni tratti consumati e scoscesi, ma anche e soprattutto ad una fruizione visiva dello stesso dalla prospettiva privilegiata della sottostante piazza di Spagna, “incoronata” da quel gioco di rampe che la sormontano, in ragione della vocazione altamente scenografica della scalinata medesima».
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Il Messaggero