Piazza Cavour, un anno dopo: movida sempre fuori controllo

Niente è cambiato: le microcar parcheggiate in doppia fila, il vociare continuo fino alla notte, gli assembramenti di ragazzi, più o meno imberbi, che affollano...

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Niente è cambiato: le microcar parcheggiate in doppia fila, il vociare continuo fino alla notte, gli assembramenti di ragazzi, più o meno imberbi, che affollano piazza Cavour a un anno dall'accoltellamento del 14 ottobre 2016. Proprio ieri il pubblico ministero ha chiesto quattro anni di carcere per il ragazzo che accoltellò un coetaneo. Ma, per il resto, tutto è come prima: c'è ancora quella sensazione di allerta, in una piazza che sin dal 2012 è luogo d'elezione per scaramucce e piccoli regolamenti di conti, con gli appuntamenti dati attraverso Facebook. È solo movida, «d'altra parte, i ragazzi da qualche parte dovranno pure andare», dice la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi. «Siamo in contatto con i tavoli della prefettura anzi - aggiunge la Alfonsi - proprio domani ne abbiamo uno durante il quale chiederò ai commissari di Prati se ci sono state segnalazioni aggiuntive».


SOCIAL NEL MIRINO
Le forze dell'ordine hanno messo sott'occhio i social network per individuare eventuali focolai di tensione, attenzionando i profili ragazzi che, ogni weekend, l'affollano dalle 23 in poi. Tutt'intorno gli uffici, sono pochi i residenti che la sera vivono la zona, tant'è vero che le segnalazioni rilevate dal Municipio, e passate alla polizia del commissariato Borgo XVIII, sono giunte da chi frequenta il cinema Adriano o i locali dell'area. Dopo un'estate tranquilla, il ritorno a scuola ha fatto sì che la piazza si riempisse di nuovo, con le microcar a farla da padrona, ostacolando la mobilità: «Ma è così anche davanti al Liceo Kennedy. Se dobbiamo parlare di ordine pubblico, la situazione nella piazza è ondivaga - conclude Alfonsi - Dopo il 2012 è migliorata, poi ripeggiorata, poi di nuovo tranquilla fino ai fatti dell'anno scorso, che sono stati il culmine di un periodo abbastanza irrequieto».

QUELLA SERA
La sera del 14 ottobre per dimostrare chi fossero i padroni di piazza Cavour, aveva assalito assieme agli amici con coltello e caschi un sedicenne fino quasi a ucciderlo. Ora, da solo punta allo sconto di pena. Ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, il giudizio che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena Stefano Curcio, uno dei liceali protagonisti, secondo il pm Elisabetta Ceniccola, del raid a Roma Nord. Per il giovane l'accusa ha chiesto 4 anni di carcere, tenendo conto della scelta processuale e del fatto che è incensurato. L'accusa, tentato omicidio, e la sentenza sarà emessa il 4 ottobre. Saranno processati col rito ordinario, invece, Matteo Mecucci, Lorenzo Palleschi e Saro Buttafuoco. Come i tre diciassettenni per i quali pende un procedimento davanti al tribunale dei minori. Tutti destinatari di una misura cautelare a gennaio, e incastrati da un impianto di videosorveglianza. «Dietro all'aggressione - ha ricostruito il pm ieri davanti al giudice per le indagini preliminari - c'era la volontà del gruppo di mettere un punto definitivo su chi dovesse essere considerato il capo della piazza. Uno scontro, insomma, non politico ma di natura territoriale.

LA VITTIMA

E la vittima, Valerio F. era considerato un estraneo, perché non si uniformava al loro modo, nel vestiario, non attento e di marca, e nelle idee. Così appena il sedicenne varcò il loro confine, in sette partirono alla carica, ferendolo con un coltello e poi colpendolo ripetutamente con un casco. Una violenza cieca, di cui si ignora ancora l'autore della pugnalata, quella che provocato le ferite più gravi. Anche perché era stata imposta l'omertà sull'aggressione del 14 ottobre. Le minacce erano state veicolate sul gruppo whatsapp intitolato al raduno di minicar della Roma nord. Il tentato omicidio, come ha ribadito di recente anche la procura dei minori, va inquadrato con l'aggravante di aver agito per futili motivi, reagendo a uno scherzo operato da un gruppo di giovani che riconoscono come diversi per abbigliamenti, idee, gusti e frequentazioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero