Roma, pestato alle slot machine e ridotto in fin di vita a bastonate: arrestato il buttafuori

Roma, pestato alle slot machine e ridotto in fin di vita a bastonate: arrestato il buttafuori
È stato individuato e arrestato dalla polizia l'uomo che una settimana fa, in un bar notturno di Montesacro, per uno screzio banale ha preso a bastonate Daniele...

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È stato individuato e arrestato dalla polizia l'uomo che una settimana fa, in un bar notturno di Montesacro, per uno screzio banale ha preso a bastonate Daniele Ramaglia, 37 anni, incensurato, in modo così selvaggio da ridurlo in fin di vita in un letto dell'Umberto I. Si chiama Viorel Moraru, 40 anni, moldavo, conosciuto anche con il soprannome di “Fiorello”. Sono stati gli agenti del commissariato Fidene-Serpentara a dargli la caccia. L'uomo, dopo il brutale tentato omicidio nella sala slot del bar di piazza Monte Gennaro, all'angolo con via della Bufalotta, si era dato alla macchia. Aveva spento i cellulari eclissandosi. Gli investigatori sono risaliti a lui proprio grazie al suo soprannome.
“Fiorello” era già conosciuto dai poliziotti, che hanno spulciato nello schedario finché hanno associato il soprannome alla vera identità. Ieri mattina, gli agenti hanno fatto irruzione in un appartamento in via Gaio Melisso, al Quadraro, dove si rifugiava Viorel Moraru, fisico muscoloso, indole violenta. Viorel non ha provato a fuggire: si è fatto mettere le manette ai polsi e poi è stato trasferito in carcere.

 
IL GESTORE DEL BAR
Un tentato omicidio per una banalità. Quella notte Daniele Ramaglia stava giocando alle slot quando è stato raggiunto da un amico. Secondo la ricostruzione della polizia, il gestore del locale avrebbe detto all'amico di andarsene e Daniele sarebbe intervenuto in sua difesa. Poi si è fatto avanti il moldavo, che avrebbe ricoperto il ruolo di buttafuori del locale, e ha preso Daniele a bastonate. «Ha agito come una furia - dice una ragazza che era presente - Quell'uomo l'ha preso a bastonate dentro e fuori il locale, finché quel ragazzo non si è più mosso. Ho creduto che l'avesse ucciso».

L'indagine potrebbe avere dei risvolti anche per il gestore del bar. Se venisse appurato, così come reputano gli agenti, che il moldavo svolgeva il ruolo di buttafuori, per il titolare si potrebbe aprire un fascicolo penale. Non solo: gli investigatori hanno trovato molta omertà nel locale per arrivare a identificare l'autore del tentato omicidio.
Intanto, Daniele Ramaglia è ricoverato al policlinico Umberto I in condizioni disperate. La sua vita è appesa a un filo: ha lesioni ai reni e ai polmoni, un vasto ematoma cerebrale e frattura cranica.


Daniele lavora ai banchi del mercato di zona con le sorelle che sono distrutte dal dolore. «Un fatto gravissimo - dice sfogandosi una di loro donne - Quel pazzo me l'ha quasi ammazzato. Non sappiamo se Daniele ce la farà a sopravvivere. Daniele è il nostro uomo di casa dopo che è morto nostro padre. Un lavoratore onesto, per bene. E' andato a difendere un amico ed è stato trattato in un modo selvaggio. Neanche alle bestie si deve fare quello che hanno fatto a mio fratello. Sono stati bravi i poliziotti ad averlo preso. Me l'avevano promesso». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero