Pesce venduto come fresco e nostrano, invece era in gran parte decongelato e proveniente da mari stranieri. Gli uomini della Cpaitaneria di Porto insieme agli agenti della polizia...
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Daurante i controlli nella cittadina a est di Roma è emerso comunque, in media, uno «standard idoneo», ma sono stati appunto due i casi negativi. Nel banco di un mercato giornaliero è stato necessario sottoporre a sequestro l'intera quantità di pesce in vendita: è emerso che il rivenditore metteva sulla merce un semplice cartello con il nome della razza di pesce e il prezzo, lasciando pensare che fosse tutto pesce fresco, pescato e locale, mentre una parte era fresco, una parte era decongelato, una parte di allevamento
e ben poca parte era pescato nei mari locali, dove peraltro fino al 10 ottobre vige il fermo pesca per la pesca a strascico. Alcuni problemi poi sono stati riscontrati in un ristorante, dove i mitili venivano
conservati, prima della somministrazione, fuori dalle retine, con conseguente deterioramento della qualità e mancata possibilità di riscontro sulla effettiva provenienza del prodotto. Le verifiche proseguono. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero