Chi mi ha rubato il telefono lo dica adesso o non passerà una notte tranquill.. ah, eccolo qui. @alecover Quando su un...
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@alecover
Quando su un taxi o in un bar dimentichiamo il tablet, quando nella calca di un treno della metro A ci rubano lo smartphone, l’angoscia che ci invade non è causata solo dal danno economico più o meno ingente. No, a moltiplicare ansia e smarrimento è il fatto che dentro quelle tavolette ci sono pezzi della nostra vita. Le foto del compleanno del bambino piccolo, il video della vacanza con la fidanzata, i messaggi scambiati con tua madre che abita lontano, gli appunti del diario che scrivi sul tablet con i particolari più intimi delle tue giornate. Fino qualche minuto prima, quando lo smartphone o il tablet erano al sicuro dentro lo zaino o nella tasca della giacca, neppure ci pensavi a quanti frammenti della tua vita erano conservati lì dentro. Quando la tavoletta scompare, con dentro quell’archivio sterminato di intimità, ti senti come se precipitassi dal centesimo piano. Certo, i più avveduti sanno che in realtà nulla va davvero perduto, perché poi hanno salvato tutto nel cloud; i più prudenti si proteggono da sguardi estranei bloccando l’accesso alla tavoletta con impronte digitali, codici; altri intervengono successivamente con i sistemi che consentono di individuare su una mappa lo smartphone o il tablet perduto, di eliminarne tutti contenuti. Ma nonostante tutti questi paracadute, quell’ansia per i pezzi della nostra vita in mano a un estraneo non se ne va mai del tutto. Poi, certo, a volte c’è anche un lieto fine, il tassista romano onesto che ritrova nel sedile posteriore il tuo tablet e te lo restituisce.
mauro.evangelisti@ilmessaggero.it
twitter:@mauroev
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Il Messaggero