Roma, uccide la moglie in un bar. Il figlio: «Quel giorno voleva ammazzare anche me»

Roma, uccide la moglie in un bar. Il figlio: «Quel giorno voleva ammazzare anche me»
«Deve provare le stesse pene, lo stesso dolore che ha provato mia madre. Sennò me lo levo io lo sfizio, ma non per mano mia». Lo sfogo di un figlio a cui il...

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«Deve provare le stesse pene, lo stesso dolore che ha provato mia madre. Sennò me lo levo io lo sfizio, ma non per mano mia». Lo sfogo di un figlio a cui il padre ha tolto sua madre. Che ha subito umiliazioni, che non ha ricordi felici da raccontare dei suoi appena 17 anni. Che ha saputo che il papà va a dire all'avvocato: «Massimo tre giorni e mi deve far uscire, c'ho da fare. Ho solo sparato a mia moglie».


Ma chi era Augusto Nuccetelli, è sempre stato il carnefice arrivato a uccidere Assunta Finizio?
«Se aveva un problema lui si sfogava su di noi, mamma sopportava per me, diceva che ero piccolo. Da 3 anni beveva di brutto, era sempre ubriaco, andava dietro alle donne, stava da tempo con una giovane albanese, le liti erano aumentate».

Perché non avete chiesto aiuto?
«A Corcolle lo sapevano tutti ma gli reggevano il gioco per paura. Quando si è candidato gli hanno cancellato i voti, sennò avrebbe pure vinto. Lei aveva solo lui, era isolata, in casa. E lui era possessivo, geloso, malato. Io spesso non potevo andare a scuola perché dovevo stare dalle 8 in officina mentre lui andava per bar».
 

Come è precipitata la situazione?
«Un mese fa mamma è andata a cercarlo al bar, lui era con quella, hanno litigato una volta, un'altra ancora, l'ha presa per i capelli, ci ha cacciati dal furgone. A casa abbiamo parlato, ormai sei più grande mi ha detto mentre scappavamo con un borsone, a lui abbiamo detto in una casa famiglia. Ha iniziato a perseguitarci, ecco i messaggi che mandava». E giù offese, minacce, i «vi ammazzo», il «coniglio», che lui conserva tutte. Due settimane in cui Assunta è rinata, Augusto impazzito. «La vedeva felice e bella. Mamma ha accettato di incontrarlo domenica per un gelato, in realtà ci ha fatto seguire perché dopo poco è arrivata una telefonata minacciosa: “Casa di tua madre è ancora bella?”. Mercoledì abbiamo pranzato insieme. Sembrava più calmo, ma nonna se lo sentiva».

Quel giorno che è successo?

«Le ha sfilato il telefono dalla borsa mentre lei mi preparava un panino. Più tardi ha chiamato per dirle che aveva lasciato il cellulare, che ci potevamo vedere in un bar di Lunghezza, voleva che andassi anche io, ma io sono rimasto con nonna. Le ha detto: “Se non ritornate a casa vi ammazzo, prima a tuo figlio e poi a te”. E lei: “Tu non sei così uomo da fare una cosa del genere”, lui si è alzato per andarsene, si è girato e iniziato a sparare. Insieme a mia madre è morto pure lui per me».
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Il Messaggero