Sto andando a Roma. Una sessantenne sul treno non riesce a spegnere la sveglia del cellulare. Cominciamo bene. ...
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@giovane_albert
Diana si alza presto. La sveglia del cellulare suona alle 6. Apre gli occhi ma resta ancora un po’ nel letto a leggere le ultime notizie su internet. Alle 6,30 ecco arrivare una nuova sveglia e lei si alza davvero: prima il bagno, poi in cucina per un caffè e per preparare la colazione ai figli. Alle 7 il cellulare suona ancora: è l’ora di svegliare i bambini. E mentre i piccoli si aggirano per casa, Diana sistema i letti e la casa. Alle 8 c’è un’altra sveglia: il grande deve uscire. Il tempo di salutarlo, di controllare che il piccolo sia pronto e suona ancora una sveglia: bisogna uscire per accompagnare il piccolo a scuola.
Finito? Macché. Quando alle 9,30 Diana torna a casa il cellulare le ricorda che c’è da fare la lettura del contatore, c’è da ricaricare il telefonino del figlio, c’è da prenotare l’appuntamento in Comune per la carta d’identità e acquistare i biglietti per le vacanze altrimenti poi costeranno troppo. Alle 11 la sveglia suona e Diana va al supermercato: la spesa è tanta e non avendo la macchina opta per farsela consegnare alle 14. Poi torna a casa e prepara il pranzo e lo mette al forno: 15 minuti e suona il cellulare per ricordarle che è pronto. Diana mangia e intanto programma altre sveglie.
Perché c’è da prendere i figli a scuola, c’è da accompagnarli a fare sport e da riprenderli. Dario è il marito. Forse è l’unico che la capisce: sa bene che Diana è innamorata pazza della vita e che per questo non lascia nulla al caso. Alle 22 suona un’altra sveglia. E Dario questa volta non capisce e chiede cosa ci sia ancora da fare. Uno dei figli gli risponde: «Papà, mamma è così precisa che si mette la sveglia pure per andare a dormire». Dario e Diana sorridono. Felici, a modo loro.
davide.desario@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
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