Almeno 300 passaporti 'vergini', facenti parte di uno stock di 4.000 documenti che la questura di Milano aveva inviato alla Zecca per la distruzione, a causa del difettoso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La magistratura romana, a conclusione dell'indagine avviata dalla Polaria di Fiumicino, nel cui scalo era stato rintracciato uno dei passaporti in questione, ha ottenuto 11 provvedimenti cautelari: otto ordinanze in carcere (dove sono finiti un albanese e due nordafricani, mentre gli altri sono irreperibili), una ai domiciliari (per Massimo Salomone, magazziniere del Poligrafico dello Stato addetto alla distruzione dei documenti difettosi), e due obblighi di presentazione (per Maria Arrigola e Achille Pivetta, la prima funzionaria del Mef il secondo responsabile dei magazzini «serre» della Zecca che si sarebbero appropriati dei passaporti salvo attestarne la distruzione). Associazione per delinquere, peculato, falso, ricettazione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina i reati contestati a seconda delle posizioni dal pm Letizia Golfieri.
I 4000 passaporti «difettosi» facevano parte, a loro volta, di uno stock di 230 mila documenti destinati al macero. Secondo quanto accertato dalla procura di Roma, il gruppo nordafricano entrato in possesso dei documenti, originario di zone interessate da conflitti, aveva come base Roma e Napoli ed avrebbe destinato i documenti, tra gli altri, ad iracheni, siriani, afghani e kenioti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero