Mangio prima o mangio dopo? Mica facile decidere. Perché se mangio prima c’è il rischio, facendo gli scongiuri, che il pranzo mi resti sullo stomaco; ma se...
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Perché se/quando le cose non vanno bene, lo stomaco ti si chiude e tanti saluti alla fettuccina ragù e piselli della domenica. Di mangiare durante, sia chiaro, non se ne parla: con quale coraggio si può pensare al cibo se in campo sta giocando la tua squadra del cuore? Le partite di campionato alle 12,30 sono quanto di peggio, sotto l’aspetto dell’alimentazione, ti possa capitare. Un conto se vai allo stadio: panino con la frittata (se te lo fanno entrare...) e via in attesa della cena. Un altro, invece, se vuoi seguire la partita da casa in tv. È in questo caso che cominciano i problemi. Se decidi per il prima, ad esempio, non ti puoi sfondare come vorresti nel giorno di riposo per evitare di addormentarti sul divano indipendentemente dalle giocate in diretta tv del tuo attaccante preferito. Se opti per il dopo, devi sperare con tutto te stesso che la tua squadra vinca perché lo sfondamento gastronomico rientra storicamente nei festeggiamenti per i tre punti. Tutto sarebbe più facile se non si giocasse alle 12,30, ma qui il tifoso non conta. Paradossalmente, conta solo chi ci vuole mangiare un po’ di più.
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Il Messaggero