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Per alcuni di loro, quello del parcheggiatore abusivo è il porto “sicuro” dove approdare in quelle giornate in cui è meglio giocare in “difesa”. Nel giro ci finiscono un po’ tutti anche se poi nella maggior parte dei casi si tratta di cittadini bengalesi oppure nomadi, appostati sui lungotevere o nelle piazze e piazzette del centro storico. L’impegno della “domenica” quando si è comunque certi di fare cassa con il minimo sforzo.
Minacciando più o meno velatamente gli automobilisti per farsi mettere in mano pochi spiccioli. Nei restanti giorni, invece, il livello si alza ed ecco che un novero chiaro di extracomunitari a poco a poco si è inserito perfettamente negli ingranaggi della criminalità. A seconda delle origini e dei Paesi di provenienza si delinea il profilo, o meglio, la tipologia specifica di reato.
Per quanto riguarda il commercio abusivo, lo scettro è tenuto in mano proprio dai bengalesi (7 ambulanti su 10 fermati dai vigili sono del Sudest asiatico) una comunità che, con il passare degli anni e anche grazie a dei meccanismi finiti al centro di alcune inchieste a seguito della facilità e della numerosità dei permessi di soggiorno, nella Capitale è cresciuta a dismisura.
SPACCIO E RICETTAZIONE
A questa consorteria, si aggiunge quella dei nomadi, specializzati ad esempio nei furti con destrezza o nei borseggi soprattutto all’interno delle stazioni della metro oppure a bordo dei mezzi pubblici, senza considerare poi la ricettazione che ha colpito molti soggetti per via delle operazioni condotte proprio dentro ai campi autorizzati. Sempre nomadi o rom o sinti senza ripercorrere le cronache giudiziarie più pesanti con il coinvolgimento di determinate famiglie-clan da ultimo definite mafiose dalla Corte di Cassazione (è il caso della famiglia Casamonica) che spuntano anche nei traffici di stupefacenti. Su questo la “piazza” di Tor Bella Monaca, a seguito ad esempio, di diverse attività condotte proprio dai militari dell’Arma ha portato a galla come, nello spaccio, non sia più soltanto le vecchie e note consorterie a dettare legge. Anche coloro i quali erano da sempre usati come pusher si sono messi in proprio compiendo così uno “scatto” di livello. Tunisini ed egiziani come le indagini hanno da ultimo dimostrato erano riusciti a ritagliarsi una fetta nella ramificata piazza di via dell’Archeologia, acquistando direttamente la droga, lavorandola all’occorrenza e spacciandola a prezzi concorrenziali. Poi i georgiani che si conoscono per essere “maestri” in fatto di furti o rapine in appartamento, condendo i reati all’occorrenza anche con il sequestro dei malcapitati proprietari.
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