Folla per papa Francesco all'università Roma tre. In tanti hanno chiesto di fare foto e selfie al Papa. Uno dei fedeli avvicinatosi gli ha detto:...
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«Siamo felici e onorati della Sua visita, grati per l'impegno sociale, civile e culturale che sta portando avanti, soprattutto nei confronti dei soggetti più deboli. La Sua azione è una guida preziosa per la formazione degli studenti e un riferimento importante per il nostro lavoro di educatori». Così il rettore Mario Panizza si è rivolto a papa Francesco nel suo saluto. «Le Università, salde nei loro principi ispiratori e fondanti - ha proseguito - sentono il dovere di prestare la massima attenzione a tutti i processi di trasformazione in atto nella società. Oggi il tema della sostenibilità partecipa a definire la politica accademica, aiutando gli studenti a diventare laureati, professionisti, cittadini di un mondo globale. "Sapere", "saper fare" e "saper essere" sono i principi etici, oltre che formativi, alla base del nostro lavoro».
In questo senso, ha aggiunto, «assume particolare rilevanza la terza missione delle università, sempre più integrata con la didattica e la ricerca. La terza missione esprime la capacità degli atenei di aprirsi al mondo e di saper interpretare i bisogni di conoscenza e di innovazione con l'obiettivo di coinvolgere la società nel processo di crescita culturale del paese». «L'impegno non è solo formativo - ha detto ancora Panizza -: esso affronta compiti concreti, come, di fronte agli attuali disastri ambientali, partecipare al lavoro di ricostruzione di scuole e servizi nei centri colpiti dal terremoto».
C'è stata grande attesa a Roma Tre su via Ostiense per la visita del Papa. «Mi sono svegliata alle 5 per essere qui stamattina - racconta Francesca Barzellotto, studentessa di Scienze Politiche - sono partita da Viterbo col treno». Non nasconde l'emozione un'altra studentessa: «Speravo da tempo che venisse anche nella nostra università - spiega Miriam Salerno - mi aspetto un messaggio di speranza per i giovani. Sono partita alle 6 da Acilia per esserci».
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Il Messaggero