Paolo Pasqualini sbranato dai rottweiler, rabbia per l'addio: «Nessuno riuscirà mai a spiegarsi questa morte»

Lo strazio di madre, sorella e amici ai funerali: «Quegli animali non si tengono così»

Paolo Pasqualini sbranato dai rottweiler, rabbia per l'addio: «Nessuno riuscirà mai a spiegare questa morte»
«Sei nell'anima e lì ti lascio per sempre». Risuona a tutto volume la canzone di Gianna Nannini che Simona e Priscilla, mamma e sorella di Paolo Pasqualini,...

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«Sei nell'anima e lì ti lascio per sempre». Risuona a tutto volume la canzone di Gianna Nannini che Simona e Priscilla, mamma e sorella di Paolo Pasqualini, 39enne ucciso nel bosco di Manziana l'11 febbraio scorso da tre rottweiler, hanno scelto per dagli l'ultimo saluto ieri mattina, nella chiesa San Giovanni Battista. Tante le rose rosse appoggiate in chiesa sulla bara, tanti gli amici raccolti in lunghi silenzi interrotti da momenti di rabbia. «Non si tengono i cani così, sei un disgraziato», dicono tra loro ripensando ai proprietari dei tre cani, ex marito e moglie indagati ora per omicidio colposo. Ma ieri a Manziana è stato un pomeriggio dedicato al ricordo, sempre positivo di Paolo. «Sempre solare, gentile, bello come il sole».

LA CERIMONIA

A celebrare la messa, nel pomeriggio di ieri, è stato don Donelio, il quale all'inizio della cerimonia ha ricordato che persona fosse Paolo: «Faceva grandi sacrifici per farsi un futuro, lavorava, da poco aveva iniziato a studiare la sua passione, lo sport. Era sempre sorridente, non sapeva cantare eppure cantava sempre, così lo ricordano la mamma, la sorella e gli amici». E proprio «facendo quello che gli piaceva all'improvviso se ne è andato», ha continuato il parroco. Poi si è rivolto alla madre e alla sorella: «Cara Simona e Priscilla, cari amici di Paolo, non riusciremo mai a spiegarci questa morte ma da Paolo possiamo imparare ad amare allo stesso modo in cui amava la mamma, la sorella e lo sport». «Priscilla, come tu lo chiamavi, "fratello pupone", sarà sempre tuo custode», ha concluso don Donelio.

Paolo Pasqualini sbranato dai rottweiler a Manziana. «Indagati i proprietari», malore per la donna che doveva guardare i cani

 

IL RICORDO

In chiesa il silenzio. Poi, all'improvviso e a tutto volume "Bello e impossibile", di Gianna Nannini, «bello come era lui, con quegli occhi gentili», dice Maria, amica di famiglia e mamma di Arianna, compagna di scuola di Paolo. «È cresciuto a casa mia, era bello come il sole, a scuola tutte se lo litigavano. E poi aveva un cervello fuori dal comune, fin da quando era piccolo era sempre curioso di scoprire cose nuove», racconta Maria che non riesce a trattenere le lacrime. «È una disgrazia, non si può morire così, non si tengono i cani in quel modo, i responsabili devono pagare», spiega. Nessuno dei due avrebbe ancora contattato la famiglia «anche solo per fare le condoglianze», dice Arianna, amica di Paolo.

 

Sono tanti i fiori fuori e dentro la chiesa. Tra questi anche due corone, dei colleghi dell'Esselunga, il supermercato di Roma dove Paolo lavorava. C'erano anche loro ieri per dare l'ultimo saluto al 39enne. «Un ragazzo che sorrideva sempre - lo ricorda così Valerio -, un sognatore ma con i piedi per terra e la testa sulle spalle. Siamo senza parole, ci ha cresciuti tutti». A leggere una poesia dedicata al 39enne, il migliore amico, Fabio. «All'amico mio di sempre, questa vita oggi mi strappa un pezzo di cuore, mi manda a casa in lacrime, straziato dal dolore». «Sono tante le cose - continua la poesia - che potrei raccontare di te a chi è qui oggi ma non trovo le parole. Dai tempi dell'asilo a oggi non mi scordo niente, tutti i bei momenti stanno dentro de me e li custodisco gelosamente. Addio fratè».


Il feretro è uscito dalla chiesa, sorretto dagli amici, dopo un momento di raccolta della famiglia, da sola all'interno del luogo sacro. Un lungo applauso dei presenti, tra le lacrime, interrotto da "Sei nell'anima" di Gianna Nannini che risuonava nella piazza davanti alla chiesa. Accanto all'auto gli amici che sfilano uno a uno per dare un ultimo bacio a Paolo. A poca distanza, circondate dagli affetti, mamma Simona e Priscilla, la sorella, continuano a guardare il carro funebre con dentro Paolo che se ne va. Ma resta «nell'anima, e lì ti lascio per sempre». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero