Roma, il prefetto Basilone: «Dopo Londra l'allerta terrorismo è alta»

Roma, il prefetto Basilone: «Dopo Londra l'allerta terrorismo è alta»
«Parliamoci chiaro, qui è come se ci fosse un G7 a settimana. E la guardia non si può abbassare, a partire dall'allerta terrorismo che rimane alta....

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«Parliamoci chiaro, qui è come se ci fosse un G7 a settimana. E la guardia non si può abbassare, a partire dall'allerta terrorismo che rimane alta. Stavolta, grazie a un gioco di squadra tra tutte le forze di polizia, siamo riusciti a evitare gli scontri. Perché i violenti li abbiamo fermati prima che arrivassero nella Capitale». Nel day after dei Trattati, Paola Basilone, 64 anni, napoletana arrivata nel maggio scorso a Roma con i galloni di prefetto dopo avere ricoperto lo stesso ruolo a Torino, traccia il bilancio della giornata di sabato. «Roma ha superato la prova - dice al Messaggero - anche se la situazione di partenza era sicuramente complicata».


Nei report riservati si parlava di possibili scontri...
«Tutte le Digos d'Italia erano in allerta, io sono rimasta in contatto con il ministro dell'Interno costantemente. Non volevo parlare prima, perché fare previsioni è sempre rischioso, ma ora posso dire che le forze di polizia hanno condotto un lavoro magistrale. Oltre un centinaio di persone sono state identificate e controllate. Ma c'è stato anche un lungo lavoro di prevenzione, sono stati studiati i punti critici, perché nelle maglie di una grande rete ci può sempre essere un buco».

Come sono stati fermati i teppisti?
«Abbiamo rafforzato i controlli in tutti i principali ingressi della città. Dai caselli autostradali, agli scali ferroviari, agli aeroporti. Abbiamo chiuso lo spazio aereo, abbiamo attivato anche gli Slow Mover Interceptor, i sistemi che controllano i droni per evitare che venissero impegnati in operazioni di disturbo o in attacchi terroristici».

Specialmente dopo l'attentato di mercoledì scorso nel Regno Unito...
«Non dobbiamo mai dimenticarci che il livello di attenzione sul terrorismo è ancora alto, a maggior ragione dopo i fatti di Londra. Roma è una città abituata ad ospitare grandi eventi, come il Giubileo che si è concluso da poco. Per questo l'impegno delle forze dell'ordine è quotidiano, d'altronde qui c'è quasi un G7 a settimana. Pensi, solo sul piano dell'ordine pubblico, a tutte le manifestazioni locali, ma anche a quelle di chi viene da fuori. Per questo, per una giornata importante come quella dei trattati europei, non abbiamo lasciato nulla al caso. Abbiamo anche protetto i nostri apparati radio».

In che senso?
«Siamo intervenuti per evitare che ci fossero interferenze o attacchi dall'esterno. Anche i percorsi sono stati studiati al dettaglio, per limitare il rischio di situazioni critiche. Mi sembra che alla fine tutte queste operazioni non abbiano penalizzato troppo la città. Fuori dalla zona blu, tutto ha funzionato: traffico privato, bus, solo qualche fermata della metro è stata chiusa».

In passato si è parlato di spostare i cortei in periferia. Dobbiamo aspettarci una svolta in questo senso?
«No, credo che il sistema che abbiamo collaudato rimarrà così. Non penso che si possa comprimere il diritto di manifestare. Ma una cosa deve essere chiara: non ci sono possibilità di andare fuori dalle regole. Anche sabato lo abbiamo visto. Gli unici momenti di tensione ci sono stati quando alcuni dimostranti hanno provato ad allontanarsi dal percorso stabilito. Ma tutte le altre manifestazioni si sono svolte regolarmente».

Con la sindaca Raggi si è sentita dopo la cerimonia?
«Sì, più volte, si è compiaciuta per i risultati raggiunti. Anche il Campidoglio con la Polizia locale ha svolto un ruolo importante».

In realtà c'è stata qualche polemica per il fatto che la sindaca, durante tutta la fase preparatoria della cerimonia, si trovasse a sciare sulle Alpi...

«Guardi, è sempre l'istituzione che lavora al di là delle persone. E il Comune ha sempre partecipato a tutte le riunioni che si sono tenute».
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Il Messaggero