Il rigore contro il sogno, la logica della tutela contro l'idea velleitaria. Questo è lo scenario in cui sembra consumarsi la disputa per il biglietto al Pantheon. Il...
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Ieri, a due giorni dal fattaccio della devastazione dell'antico candelabro ad opera di una donna straniera senza fissa dimora entrata, appunto, liberamente nel Pantheon, Bergamo ha bocciato la soluzione del biglietto fortemente voluta dal ministro Dario Franceschini. «Colgo l'occasione per dire di nuovo che non sono d'accordo. Il Pantheon è un luogo della città che deve essere vissuto dai cittadini». Certo, verrebbe quasi spontaneo riflettere su quanto sia facile inneggiare ad una gratuità «ultra-democratica e civile» con i monumenti degli altri, quando la sicurezza e la manutenzione (e gli eventuali danni da restaurare) sono in conto al Mibact. E i numeri sembrano dare ragione al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Lui stesso aveva annunciato che «nel 2016 il Pantheon è stato visitato da oltre 7 milioni di persone», conquistando di fatto la pole position del museo più visto d'Italia. Con una media di 17 mila persone al giorno che entrano liberamente, «i costi di gestione e manutenzione sono alti». Il ricavato dalla vendita del biglietto, nel progetto del Collegio Romano, è finalizzato proprio a garantire un tesoretto costante per la manutenzione del Pantheon, oltre ad accantonare una quota di solidarietà per gli musei minori (soluzione che già è prevista dal Colosseo a Pompei, da Paestum agli Uffizi).
Bergamo, l'assessore alla Crescita culturale che è contrario alle cancellate intorno ai monumenti di Roma in barba ad aspiranti vandali e degrado, lancia un appello al ministero nel segno di un valore ecumenico del Pantheon, forse poco pragmatico: «Il numero di visitatori - dichiara - deve essere certamente controllato perché elevato ma questo, come i Fori, è una parte della vita dei cittadini e come tale deve rimanere. Prego quindi Franceschini di dedicare un secondo di riflessione al fatto che trasformare il Pantheon in un luogo destinato al consumo dei turisti diventa un danno allo sviluppo della città». Se il Vicariato non ha sentenziato ancora formalmente uno stop all'operazione politica, è anche perché il biglietto sarà «modesto», per dirla con Franceschini: 2, massimo 3 euro. Un'offerta quasi da liturgia, verrebbe da dire. «Istituire un biglietto significa comunque regolamentare gli ingressi al museo all'insegna della tutela», ragionano negli uffici del Polo museale del Lazio.
I MUSEI COMUNALI
I conti in casa propria, d'altronde, l'assessore capitolino alla Cultura se li sta facendo in queste ore, visto che i Musei Capitolini e tutto il circuito dei musei civici più gettonati restano indissolubilmente a pagamento. Anzi, la prima domenica del mese, quando gallerie e siti statali aprono gratuitamente a cittadini e turisti, le istituzioni culturali comunali restano a biglietto pieno per i turisti (free solo per residenti di Roma e area metropolitana). Per questo Bergamo ha annunciato: «Il mio desiderio, che non so se riuscirò a vedere realizzato, è che i musei della città e i siti archeologici abbiano tutti l'ingresso gratuito. La prendo come ispirazione del mandato, vedremo in che misura sarà possibile. Oggi non siamo in condizione di liberare tutti i luoghi ma penso che questo debba essere l'obiettivo». Insomma, il biglietto al Pantheon è in dirittura d'arrivo, ma sembra destinato a diventare il pomo della discordia tra regole e slogan.
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Il Messaggero