Infranto da una sassata il lucernario della chiesa di Santa Maria Maddalena nell'omonima nel centro storico di Roma. È accaduto ieri sera intorno alle 22,30. A dare...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La chiesa di Santa Maria Maddalena rappresenta uno dei pochi e dei più begli esempi dell'arte rococò in Roma. È la chiesa regionale degli abruzzesi residenti a Roma. Costruita su una cappella del Trecento già proprietà dell'Arciconfraternita del Gonfalone, nel 1586 venne affidata a Camillo de Lellis che ne fece la sede centrale dell'ordine dei Camilliani. All'ordine e al suo convento fu assegnato l'intero isolato circostante (piazza della Maddalena, via del Collegio Capranica, via delle Colonnelle).
In settant'anni di lavori si avvicendarono diversi architetti: da Carlo Fontana (al quale si attribuisce l'attuale cupola e la volta) a Giovanni Antonio De Rossi, a Giuseppe Sardi che concluse, nel 1735, l'attuale facciata. Lo stile, il rococò, non era molto utilizzato per gli edifici religiosi, e la facciata fu criticata da più parti, tanto da affibbiarle il soprannome di chiesa di zucchero (perché ricordava le decorazioni di una torta).
L'interno è complesso: all'unica navata di forma ottagonale allungata, con due cappelle per ogni lato, segue il transetto sottostante la cupola, con a destra il "cappellone" del titolare san Camillo de Lellis, del quale sono custodite le spoglie mortali, e a sinistra quello di San Nicola di Bari. Segue la cappella dell'altare maggiore, con il catino dell'abside affrescato (con un Gesù che predica alle turbe e una biondissima Maddalena alla sua destra; sopra l'altare, altra grande tavola con la Maddalena in preghiera) e, a sinistra, la cappella delle reliquie e l'ingresso alla sacrestia.
Tra le opere d'arte di cui è ricca la chiesa (soprattutto legate alla vita di San Camillo, ad opera di Sebastiano Conca), si devono ricordare: Cristo, la Vergine e san Nicola di Bari del Baciccia, San Lorenzo Giustiniani che adora il Bambino di Luca Giordano, L'Umiltà, di Carlo Monaldi, nella prima nicchia a sinistra della navata centrale.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero