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IL RICORDO
Prima la benedizione del feretro fuori alla chiesa, nel silenzio dei presenti, poi la funzione religiosa celebrata dal parroco, Don Sergio. «La domanda che ci siamo posti tutti è: perché?», ha detto il sacerdote per poi sottolineare come Pamela viva ancora nell'amore dei suoi cari. Tanti i ricordi di amici e parenti, tra cui quello firmato dalle amiche storiche, Gabriella e Sara, dal marito Vincenzo e dalla madre Ornella: «Un vero e proprio uragano di vita, di amore, di gioia, di bontà. Così eri tu, dolce Pam, in ogni passo di questa vita troppo breve, ingiusta, incomprensibile, inaccettabile, ma piena di te».
E ancora: «Non hai mai esitato nel dare una parola di coraggio e a offrire il tuo aiuto senza mai chiedere nulla in cambio. Profumavi di una umanità deliziosa e ti donavi agli altri, come nel volontariato, entrando dritta nel cuore e lasciando il segno senza mai cercare clamore o visibilità». Il messaggio, letto davanti alla folla commossa, ha poi ricordato quanto la 39enne si desse da fare nella vita. Una donna «instancabile», «trovavi tempo e modo per tutto. Sempre con il tuo entusiasmo e la tua energia», soprattutto con le persone a lei care, la sua famiglia, per la quale è stata «una colonna portante». «Brilla e veglia sui tuoi gioielli e su Vincenzo ha detto l'amica Simona , il tuo amore vivrà in loro in eterno».
Ed è stato proprio il marito Vincenzo, ad accompagnare insieme alla suocera, il feretro in auto, circondato dagli amici.
IL DECESSO
Aveva partorito la sua terza figlia ed era tornata a casa da soli due giorni quando ha accusato un forte malore. Non è bastata la corsa in ambulanza e il tentativo disperato dei dottori di rianimarla per salvarle la vita. Lo scorso 7 ottobre Pamela Pelle è deceduta all'ospedale di Monterotondo. «Mia moglie è morta e voglio sapere cosa è successo. Stavamo festeggiando l'arrivo della nostra terza bimba e invece ora la mia famiglia sta vivendo una tragedia», aveva detto disperato il marito che il giorno seguente ha sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri. «Mia moglie Pamela - aveva dichiarato l'uomo al momento della denuncia - continuava a perdere sangue, perdite abbondanti. Lo avevamo segnalato anche durante il ricovero e ci è stato risposto che era normale. Una volta a casa, la situazione non è migliorata. I sintomi sono peggiorati con il passare delle ore». Sarà ora la procura di Tivoli ad accertare se la morte della donna poteva essere evitata.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero