E' stato fissato il funerale di Pamela: il 5 maggio alle ore 11 nella chiesa di Ognissanti, nel quartiere di San Giovanni a Roma. La città ha proclamato lutto cittadino...
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E da oggi Oseghale, il 29enne che ha agganciato Pamela Mastropietro a giardini Diaz di Macerata per verderle droga, è in carcere anche per il reato di spaccio. A inchiodarlo, la fitta rete di telefonate, emerse in questi tre mesi di indagine con l'analisi dei tabulati, che proverebbe la cessione di droga a diverse persone, con appuntamenti e quantità fissate in codice.
Oggi a Oseghale, detenuto in carcere e accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, e ai suoi difensori, Umberto Gramenzi e Simone Matraxia, è stato notificato il provvedimento del Gip del Tribunale di Macerata, su richiesta della Procura, che dispone la custodia cautelare anche per la cessione di stupefacenti. «L'ordinanza riguarda alcuni spacci di droga - spiega l'avvocato Gramenzi - venuti fuori nei giorni precedenti l'arresto». L'ordinanza per spaccio riguarda anche i presunti complici del delitto, Desmond Lucky e Lucky Awelima. Fatti avvenuti a Macerata dove il barbaro omicidio di Pamela ha fatto emergere una intensa attività di cessione di stupefacenti.
La ragazza, uccisa in camera da letto, è stata smembrata, fatta a pezzi e messa in due valigie abbandonate poi, usando un taxi abusivo, in una strada a Casette Verdini di Pollenza, a pochi chilometri da Macerata.
Pamela, paziente con doppia diagnosi (problemi psicologi seri e dipendenza da droga), era nelle Marche per curarsi in una struttura accreditata con il sistema sanitario nazionale, la comunità di recupero Pars di Corridonia, il 29 gennaio scorso è riuscita a scappare, ha raggiunto Macerata, forse ha dormito alla stazione ferroviaria e il giorno dopo, nel tentativo disperato di tornata a Roma, ha incontrato Oseghale che l'ha portata nel suo appartamento, in via Spalato, dove si sarebbe drogata o è stata drogata , poi uccisa e sezionata. Il ritrovamento choc il giorno dopo
Oseghale, secondo le indagini dei Ris di Roma, ha lasciato impronte in casa e su uno dei due trolley nei quali il corpo mutilato è stato poi trasportato a Pollenza. Nessuna traccia, invece, degli altri due arrestati, Desmond Lucky e Lucky Awelima, e del quarto indagato rimasto in libertà. Lucky e Awelima hanno sempre sostenuto di essere estranei ai fatti, tutti e quattro i nigeriani sono indagati per omicido, occultamento e vilipendio di vilpendio di cavadere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero