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Mancano poche ore alla sentenza della Cassazione sul caso di Pamela Mastropietro, la 18enne romana allontanatasi da una comunità di Corridonia (Macerata) e i resti della quale furono ritrovati in due trolley nel gennaio del 2018. La Cassazione si pronuncerà sulla sola aggravante della violenza sessuale, sulla quale si è svolto un appello bis a Perugia, ma dalla sentenza dipenderà la conferma o meno dell'ergastolo per Oseghale. Intanto a piazza Cavour parenti e amici manifestano dalle prime ore di questa mattina. Diversi gli striscioni all'ingresso della Suprema Corte: «Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni», «Il disagio non può essere un alibi per il massacro».
Filippo Turetta «merita il carcere a vita»: la “condanna” della mamma di Pamela Mastropietro
Pamela Mastropietro, il dolore della famiglia
«La violenza sessuale, di cui si discuterà, per noi e per la stessa procura generale presso la Corte di Cassazione, alla volta scorsa, era già ampiamente provata. Ora, dopo l'ulteriore accertamento svolto con un terzo grado del merito, che ne ha, per la terza volta, dichiarata la sussistenza, confidiamo nella conferma della condanna all'ergastolo di Oseghale», ha affermato ieri Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro e legale della famiglia della 18enne. «Negare, o mettere in dubbio, che Pamela sia stata anche violentata in un contesto criminale che è stato definito un unicum nella storia della criminologia mondiale degli ultimi cinquanta anni, sarebbe davvero assurdo. Processualmente, vi sono tutti gli elementi per poterlo affermare con serena certezza», ha spiegato Verni.
«Mi aspetto che il 23 gennaio venga confermato l'ergastolo, ma poi la battaglia va avanti», aveva detto nei giorni scorsi Alessandra Verni, mamma di Pamela. «Io spero sempre in un pentimento di Oseghale, che lui faccia i nomi e dica tutta la verità su quello che è successo quel giorno», aveva aggiunto, riferendosi alla convinzione della famiglia che l'imputato non abbia fatto tutto da solo la sera del 30 gennaio 2018.
Pamela Mastropietro, l'iter processuale
Il processo contro Oseghale è iniziato il 13 febbraio 2019 davanti ai giudici della corte d’Assise di Macerata.
Pamela Mastropietro, la manifestazione in attesa della pronuncia della Cassazione
In attesa della pronuncia della Suprema Corte, in piazza Cavour sono comparsi diversi striscioni di familiari e conoscenti che rivendicano giustizia per Pamela. «Dopo 5 anni stiamo ancora aspettando giustizia, la disumanità non deve diventare normalità», si legge su un lenzuolo bianco con le scritte in rosso. E ancora: «Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni», «Il disagio non può essere un alibi per un massacro». Presente anche Pietro Orlandi, amico della famiglia Mastropietro: «Almeno che ci sia certezza della pena che mi auguro darà alla mamma un minimo di serenità in più». «Credo che l'ergastolo sia anche un regalo per questa persona», ha affermato Orlandi.
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