Il piano c'era, mancavano i killer. E andavano assoldati, con soldi, tanti soldi, anche con la promessa di settantamila euro in contanti. Una imprenditrice romana non si...
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LE INDAGINI
Il primo che, incassato l'anticipo, invece di sparare è sparito col bottino, diecimila euro. E il secondo che, dopo aver nicchiato per far soldi, ha deciso di togliersi il peso segnalando il piano diabolico ai carabinieri: «Speravo solo di guadagnarci. Ma non vorrei che qualcuno l'avvocato l'uccida per davvero». Un'altra defezione, insomma. Quando nell'estate del 2016 l'avvocato Mineo, il mancato morto, è stato convocato dai carabinieri è rimasto sbalordito. Un'indagine aveva sventato la sua uccisione pianificata dall'ex moglie, Alessandra Trivellone, l'allora compagno di lei l'imprenditore edile Giancarlo Casani; delitto, a colpi di pistola, che doveva essere eseguito in casa di lui, o per strada, magari sotto lo studio legale, con la collaborazione di due romeni, Daniel Dragan un muratore di Casani incaricato di trovare l'assassino e Gheorghe Costica il killer fuggito via, tutti e quattro finiti ieri a giudizio davanti alla prima sezione penale del tribunale di Roma, con l'accusa di tentato omicidio.
IL COLLABORATORE
A rimanere fuori dal processo solo la gola profonda del piano fallito, il romeno che avendo dato il via alle indagini, alla fine è scampato all'accusa. Il collaboratore, con precedenti per sfruttamento della prostituzione, aria da boss quel passo di bussare a una caserma dei carabinieri non l'avrebbe mai voluto fare, ma come gli aveva fatto presente l'avvocato di fiducia Giuseppina Tenga, alla quale aveva chiesto consulenza e manifestato le sue paure, rischiava pure lui. Farsi credere dagli investigatori e dal pm Claudia Terracina, che ha coordinato le indagini, poi non è stato difficile. Il romeno ha mostrato la piantina dello studio in viale Trieste dell'avvocato, della casa a piazzale delle Province, la foto di lui, le annotazioni sulle abitudini. Ora l'avvocato Mineo, assistito dal collega Urbano del Balzo, si è costituito parte civile. Chiede i danni.
L'AGGUATO MANCATO
Secondo la procura i quattro avevano «posto in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco, inscenando una rapina in strada o in casa o in strada, ad uccidere l'avvocato Mineo». «Agguato che non aveva corso» si precisa, «per motivi indipendenti dalla volontà della coppia Trivellone-Casani, perché l'istigazione non accolta». Nell'imputazione si descrive anche il movente: «Motivi di privata vendetta legati ai rapporti personali e patrimoniali della vittima». Compresa, anche se non specificata, la villa all'Olgiata.
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Il Messaggero