Roma, donna investita e uccisa a Ottavia: era sulle strisce. «È una strada maledetta»

L'autista, 19 anni, si è fermato: la vittima aveva 69 anni

Roma, donna investita e uccisa a Ottavia: era sulle strisce. «È una strada maledetta»
Stava attraversando sulle strisce pedonali, ma un giovane automobilista di 19 anni non la vede e la investe. Si ferma e subito dopo arrivano i soccorsi: ma tutte le operazioni per...

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Stava attraversando sulle strisce pedonali, ma un giovane automobilista di 19 anni non la vede e la investe. Si ferma e subito dopo arrivano i soccorsi: ma tutte le operazioni per rianimarla sono risultate vane. Una donna di 69 anni è morta così, nella serata di ieri, poco prima delle 20, in viale Esperia Sperani, a Ottavia, a pochissima distanza dai campi di padel. Sul posto, oltre che il 118, anche la polizia locale e i carabinieri.


Agli agenti è spettato il compito di fare i rilievi che saranno utili per ricostruire l'esatta dinamica di quegli istanti, fatali per la donna residente nella zona, e che avrebbe approfittato del tepore di questa domenica di marzo per portare a spasso il cane. «Pare che un'automobile stesse tentando un sorpasso ad alta velocità e il guidatore non sia riuscito ad evitare la signora che stava attraversando - commentano sui social dall'associazione culturale "Lucchina e Ottavia", ricostruendo quanto accaduto - Purtroppo non bastano il semaforo e le strisce pedonali per scoraggiare tanti automobilisti che trovano su quello stradone, un invito a lasciarsi andare all'aumento della velocità, approfittando forse dell'effetto "trampolino" dato dalla conformità della strada».

 

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LA PERICOLOSITÀ


In pratica, gli stessi residenti parlano di una sorta di "via maledetta" (un lungo rettilineo a poca distanza dal Grande raccordo anulare) piena di pericoli proprio perché in quel tratto di strada si pigia un po' troppo il piede sull'acceleratore. «È terribile constatare che la mancanza dei requisiti di responsabilità e prudenza, oltre a una più attenta valutazione per la segnaletica stradale di cui forse manca uno studio più idoneo, possano aver causato la morte di una persona», tuonano dall'associazione del territorio.
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Il Messaggero