Ottanta birre e un arcobaleno, «Ciao Dite»

Ottanta birre e un arcobaleno, «Ciao Dite»
Questo l’inedito “altarino” di  birre comparso in via Spallanzani  in memoria di un ragazzo...

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Questo l’inedito “altarino” di 

birre comparso in via Spallanzani 
in memoria di un ragazzo 18enne 
morto in un incidente con la moto
Lorenzo Grassi

Ottantuno birre per Francesco. «Alla tua, Dite», lo chiamavano così e anche adesso che non c’è più gli amici bevono con lui. In via Spallanzani, è successo proprio lì. Una Panda contro una Ducati. Dite aveva 18 anni, troppo presto per ritrovarsi così soli, a chiedersi perché a volte il cielo ci odia. Ottantuno birre per lui, alla tua Francesco, le bottiglie vuote sono allineate a terra, lungo il muretto di Villa Torlonia. Una fila ordinata di vetro, s’allungherà ancora, ogni sorso un pensiero, una lacrima, un ricordo. Alla tua amico. Come si fa a dire che manchi? Un arcobaleno sul tuo muro, «Buon viaggio, Dite». La Peroni non ha mai fatto così male. Un chilometro più in là c’è il giardino di Luca, a piazza Istria, l’aiuola in mezzo al traffico parla di un motorino finito contro un autobus, due anni fa. Ne parla ancora, tutti i giorni, «eri troppo fatto bene, giraffone». Sulla rete di metallo alla fermata della metro di Conca d’Oro, «Ciao Edo», da quattro primavere. Aveva 17 anni, era una promessa del rugby. C’è una guerra invisibile sulle strade di Roma. Martedì un motociclista è morto sulla Cassia, decapitato, lo stesso giorno un ragazzo di 26 anni a Cesano, con la sua Honda. Il 4 maggio un altro sulla Casilina, il 2 un altro alla Magliana. Ogni strada ha le sue croci, troppe ormai. Si vive sulla moto per andare da qualche parte, una condanna in questa città con le macchine ferme, gli autobus spariti e i parcheggi impossibili. Si muore – in tanti – sulla moto cercando di arrivare da qualche parte. In questa guerra persa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero