«Quel pino laggiù sarà il prossimo a morire». È una corsa contro il tempo a Ostia per salvare i pini marittimi che caratterizzano la flora del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Decine gli alberi morti, centinaia quelli malati e il rischio alto che possa essere esposta al contagio anche la pineta di Castel Fusano, patrimonio naturale dell’intera capitale. Nell’area di Procoio e in quella delle Acque Rosse, nei giorni scorsi, sono crollati altri due alberi. Un fenomeno che, secondo gli esperti, già è un’emergenza e che ormai è alla stessa portata di dimensioni della strage del punteruolo rosso o della Xylella che ha colpito gli ulivi della Puglia.
Sul mare di Roma, il killer dei pini secolari si chiama «scolitide», un tipo di insetto che si sporca di funghi e che è responsabile dell’azzurramento delle conifere, malattia mortale per i pini. Il focolaio di questi animali risiede proprio nei tronchi degli alberi schiantati al suolo. Quelli che non vengono rimossi – e sono la maggior parte- diventano il covo dell’infezione che poi si propaga di pino in pino, provocando un’epidemia. Come si sta registrando da tempo nella zona Stella Polare a Ostia.
«Abbiamo individuato un’area di focolaio attivo – afferma Enrico Chiariol, fitopatologo- gli scolitidi colonizzano le piante morte e poi vanno a colonizzare le altre che danno segni di sofferenza. Basta guardare il filare di pini completamente disseccati lungo viale Capitan Casella».
Il X Municipio, dal canto suo, ha provato a far partire un piano straordinario di potature proprio nel quadrante interessato. Un intervento che però non convince gli agronomi. «Se non si contrasta il ceppo dell’infezione – ha continuato Chiariot- è tutto inutile». In pratica potrebbe accadere che con questo tipo di operazione si possa mettere in sicurezza alcune piante con possibilità di crollo, ma non si risolve il problema e nel giro di poche settimane potrebbero comunque esserci nuove forme di contagio.
La preoccupazione numero uno resta per la pineta di Castel Fusano, considerata il polmone verde di Roma.
«Purtroppo – prosegue Chiariot- l’incendio del 2000 ha provocato gravi danni e questa potrebbe essere una delle sue conseguenze peggiori».
Anche sulla cura degli alberi non è mancata la speculazione. A Ostia, tra le varie ditte che effettuò le potature, su incarico dell’amministrazione del dem Andrea Tassone, c’era anche quella riconducibile a Salvatore Buzzi, uomo chiave dell’inchiesta su Mafia Capitale.
Appalti e soldi in nome della sbandierata «messa in sicurezza» dei pini a rischio crollo quando poi il problema per la salute di quegli alberi è sempre stato altrove.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero