Roma, spari a Ostia contro il portone di un affiliato degli Spada: torna la guerra tra i clan

È notte quando una raffica di proiettili, almeno sei, colpisce il portone di un palazzo dove abita un affiliato del clan Spada. Gli spari hanno svegliato i residenti delle...

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È notte quando una raffica di proiettili, almeno sei, colpisce il portone di un palazzo dove abita un affiliato del clan Spada. Gli spari hanno svegliato i residenti delle palazzine popolari di via delle Ebridi, un comprensorio di case dell'Ater trasformato in una centrale dello spaccio a pochi passi da piazza Gasparri. I clan degli italiani devono affrontare la sfida degli emergenti sudamericani. È da poco passata l'una, nella notte tra lunedì e ieri, quando un «commando» di tre persone con il volto coperto entra nel cortile, va dritto a uno dei portoni e apre il fuoco. Sei colpi contro la vetrata d'ingresso del palazzo. Proiettili esplosi ad altezza uomo, forse per far capire al bersaglio che la prossima volta non avrà scampo.


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IL GERGO
Un «avvertimento» nel gergo della malavita che il destinatario del messaggio ha sicuramente recepito. Non è una palazzina qualsiasi quella di via delle Ebridi. All'interno del comprensorio dell'Ater vive infatti un affiliato del clan Spada che nel novembre del 2017 finì in carcere nel primo blitz voluto dal ministero dell'Interno subito dopo la testata di Roberto Spada, il reggente del clan secondo i pm, nei confronti del giornalista di Nemo, Daniele Piervicenzi. L'uomo, residente nel palazzo dove ieri il «commando» ha sparato, fu trovato in possesso di alcune dosi di cocaina ed era solito girare con un coltello serramanico in tasca. Gli inquirenti sono convinti che possa essere lui l'obiettivo di quei proiettili.
Subito dopo il rumore degli spari, la storia a Ostia si è ripetuta. Le tapparelle si sono abbassate: ufficialmente nessuno ha visto nulla. «Dormivamo, non abbiamo sentito niente», ha detto uno degli inquilini. «Pensavo fossero fuochi d'artificio», ha aggiunto un'altra testimone. Lungo il selciato del cortile ci sono tracciati dei disegni fatti con il gesso. Indicano i punti dove sono stati trovati i bossoli. Sul caso indagano i carabinieri. E secondo un modus operandi già collaudato nella guerra tra bande potrebbe essere scattata subito la controffensiva. C'è infatti un altro episodio inquietante nella notte da Far West di Ostia.
 

LA VENDETTA
A poche ore di distanza in via Guido Vincon, a due passi da piazza Gasparri, ignoti hanno dato fuoco a un'auto in sosta. Le fiamme hanno danneggiato anche altre due vetture. Una circostanza che fa ipotizzare che dietro i due episodi ci possa essere una regia ben precisa: una guerra tra organizzazioni che si contendono il territorio e soprattutto il mercato dello spaccio di droga. Da una parte gli affiliati degli Spada, con mezzo clan in carcere, e dall'altra le bande di sudamericani che tentano la scalata approfittando del vuoto di potere. A Ostia c'è una guerra in corso per l'ascesa criminale.

LO SCENARIO

Oggi c'è chi vuole farsi spazio perché forse ha deciso di svestire i panni del «pesce piccolo» per tentare il salto di qualità. Ma le mire espansionistiche non piacciono ai boss rivali che hanno dato fuoco alle polveri. Ostia, più facile e penetrabile della Capitale, si conferma l'epicentro della malavita romana. Una scalata silenziosa e progressiva di nuovi gruppi. Con mezzo clan degli Spada in carcere (sette condannati dai 6 ai 13 anni con riconosciuta l'aggravante del metodo mafioso) ora c'è chi tenta di prendersi la piazza del traffico di stupefacenti e sta cercando di inserirsi nel giro di racket e usura che in alcuni quartieri di Ostia è ancora diffuso. Si è tornato a parlare la lingua che Ostia conosce meglio di tutte: quella delle intimidazioni e delle macchine che prendono fuoco. D'altronde a Ostia Nuova nulla accade per caso.
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Il Messaggero