Roma, raccolta in tilt a Ostia: spiagge con vista rifiuti. «L’Ama non li ritira»

Spiagge di Ostia con vista rifiuti. Centinaia di sacchetti e tonnellate di immondizia accatastati a ridosso degli stabilimenti balneari ormai da 2 giorni, mentre i romani e i...

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Spiagge di Ostia con vista rifiuti. Centinaia di sacchetti e tonnellate di immondizia accatastati a ridosso degli stabilimenti balneari ormai da 2 giorni, mentre i romani e i turisti vengono accolti da un odore nauseante. «E’ da lunedì che non ritirano la spazzatura – dice Franco Petrini, del Sindacato italiano balneari (Sib) – e non è la prima volta che succede.


Negli stabilimenti non opera direttamente l’Ama, ma una ditta a cui l’azienda municipalizzata ha subappaltato il servizio», che però, stando alle testimonianze anche degli altri operatori, funziona piuttosto male. «Tranne per la carta e il cartone che ritirano regolarmente – aggiunge Petrini – il resto è davvero un dramma». I 72 gestori di stabilimenti sul mare della Capitale sono infuriati. Eppure tantissime sono state le segnalazioni e le richieste di intervento inviate all’Ama sia come aziende private sia attraverso i sindacati di categoria Sib e Federbalneari. «Ci sono stati anche degli incontri con la municipalizzata – prosegue Petrini – ma una volta si giustificano dicendo che i mezzi sono guasti, un’altra che manca personale, un’altra ancora che gli operai sono malati o in ferie. A noi però la Tari è aumentata enormemente fino a toccare punte del 100 per cento. Io, ad esempio, per le mie strutture (Nuova Pineta e Pinetina ndr) pago 70mila euro per non avere nulla in cambio». E come Petrini ce ne sono altri. 
 

Nelle intenzioni della sindaca Virginia Raggi, la differenziata avrebbe dovuto coinvolgere anche gli stabilimenti balneari. «Circa 3 anni fa – raccontano altri balneari – ci è stato consegnato un opuscolo informativo e il calendario del ritiro, ma in realtà potremmo anche mischiare i rifiuti e nessuno se ne accorgerebbe». Il servizio è insomma rimasto praticamente sulla carta. «Con l’Ama – dice ancora Petrini – abbiamo dovuto individuare delle zone all’aperto, accanto alle nostre strutture, chiamate isole ecologiche, dove lasciare i rifiuti differenziati. Potevamo scegliere di organizzarci tra operatori e individuare un’unica zona per due o tre stabilimenti, oppure provvedere ciascuno per conto proprio nel caso in cui la struttura avesse avuto un’area interna giudicata idonea dalla municipalizzata». 


Ed è in queste isole che i gestori devono lasciare l’immondizia. «Il problema è che nella maggior parte dei casi – dicono i gestori – i sacchi dell’umido rimangono sotto il sole producendo percolato che invade i marciapiedi. Dovrebbero ritirarli quotidianamente, invece spesso restano lì anche per 48 o 72 ore. Siamo amareggiati». Rassegnati invece i cittadini e i romani che dalla Capitale si spostano sulle spiagge di Ostia. «Non è poi molto diverso da Roma – dice Francesca che fa la pendolare – ormai siamo abituati alla vista dei rifiuti e al loro odore». Indignati e sconcertati i turisti che avevano scelto le spiagge di Ostia dopo qualche giorno passato tra le bellezze della Capitale. «Avevamo letto del problema rifiuti – dice una coppia di tedeschi – ma non avremmo mai immaginato di trovarlo qui al mare». Intanto, per l’Ama una boccata d’ossigeno arriva dall’accordo siglato con Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel di Roma e Lazio per 350 nuove assunzioni. Nello specifico, si prevede il reclutamento di 275 operai di zona, 40 meccanici, 20 operatori cimiteriali e 15 operai di impianto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero