Costernazione a Ostia per la morte di Barbarella, al secolo Virna Bonino. La pornostar si era trasferita a vivere nella cittadina costiera alla fine degli anni Novanta quando era...
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La conoscevano tutti a Ostia, per il suo sorriso sempre pronto a salutare, per la sua discrezione e la sua bontà. Certo con il passare degli anni la sua bellezza, seppure conservata anche grazie ad abbondanti interventi di chirurgia estetica, era sfiorita e negli ultimi tempi chi non l'aveva conosciuta negli anni d'oro stentava a riconoscerla. Gli anni di successo non gli avevano lasciato una condizione economica solida, così Virna è dovuta scendere a compromessi e accettare “scorciatoie” per sopravvivere. A giugno del 2004 i carabinieri, nel corso dell' operazione “Maîtresse “, scoprirono che Barbarella era coinvolta nella gestione di una casa d'appuntamenti di piazza Enrico Baroni, a due passi da casa sua a Ostia. Stando a quanto accertarono gli investigatori all'epoca, le prestazioni oscillavano da un minimo di 50 euro a un massimo di 400.
Due anni dopo le cronache tornarono a occuparsi di lei. L'artista contattò i giornalisti per denunciare di essere discriminata nell'assunzione come fisioterapista presso una cooperativa di Ostia che si occupava di assistenza ai diversamente abili. “Da due anni mi sono diplomata fisioterapista – segnalava Barbarella – Così ho cominciato a inviare la domanda di assunzione per propormi a questa cooperativa per portatori di handicap. Sapevo che cercavano nuovo personale, eppure puntualmente non ricevevo risposta. Poi, a giugno di quest'anno ho conosciuto la psichiatra che segue le assunzioni della cooperativa, che mi ha confidato che le mie domande, in due anni, non erano mai arrivate perchè le segretarie, quando leggevano il mio nome, puntualmente le stracciavano”. E pure quando riuscì ad ottenere un colloquio di selezione, raccontava l'ex pornostar, “mi hanno riconosciuta e bocciato negandomi il diritto a un lavoro già di per sè precario, duro e con una paga ridicola”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero