Ostia, aggressione giornalista: chiesto processo per Spada

Una testata data favore di telecamera. Un gesto violento e improvviso ai danni di un giornalista della Rai che finì nei telegiornali di mezzo mondo. Una azione che per i...

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Una testata data favore di telecamera. Un gesto violento e improvviso ai danni di un giornalista della Rai che finì nei telegiornali di mezzo mondo. Una azione che per i magistrati di Roma ha i crismi della «mafiosità» e che potrebbe costare un processo a Roberto Spada, esponente dell'omonimo clan di Ostia, quartiere della Capitale che affaccia sul mare, così come richiesto dai pm della Direzione distrettuale antimafia.

 
Prima udienza davanti al gup fissata al prossimo 23 gennaio. Con Spada chiesto il rinvio a giudizio anche per il suo presunto complice, Ruben Nelson Alvez del Puerto, che secondo quanto accertato dai carabinieri, coordinati dal pm Giovanni Musarò e Ilaria Calò, partecipò attivamente all'aggressione di Daniele Piervincenzi ed Edoardo Aselmi, andati nel «fortino» degli Spada, nella zona di Nuova Ostia, per la trasmissione di Rai Due «Nemo-nessuno escluso».

Per i magistrati di piazzale Clodio, nell'azione di Spada (attualmente detenuto nel carcere di Tolmezzo), che causò la frattura del setto nasale a Piervincenzi, è individuabile una «condotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi quella particolare coartazione e quella conseguente intimidazione propria delle organizzazioni mafiose». Il «rampollo» del clan era stato avvicinato dai due giornalisti per un'intervista sulle imminenti elezioni municipali di Ostia e sui suoi rapporti con Casapound. All'improvviso l'aggressione, un'azione plateale messa in atto davanti a numerosi testimoni al fine di riaffermare la sua figura all'interno del suo territorio. Un sorta di pestaggio a cui avrebbe partecipato attivamente anche il suo guardaspalle, del Puerto, arrestato alcune settimane dopo e proprio oggi trasferito nel carcere di massima sicurezza di Nuoro.


Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Spada in un primo momento aveva fatto entrare nella sua palestra il giornalista con cui aveva scambiato alcune parole. Poi la decisione di spostarsi verso l'ingresso e dopo pochi minuti la violenta testata sferrata davanti ad altre persone. «Ammetto tutto, ammetto che ho fatto una sciocchezza ma quel giornalista mi aveva provocato, aveva insistito troppo, troppe domande», si difese Spada nel corso dell'interrogatorio pochi giorni dopo il suo arresto.
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Il Messaggero