Ostia, colpito al viso con un tirapugni, ventenne in fin di vita: coetaneo arrestato per tentato omicidio

Ostia, colpito al viso con un tirapugni, ventenne in fin di vita: coetaneo arrestato per tentato omicidio
Un pugno dopo l'altro. Colpi scagliati con una violenza inaudita. È così che Alessandro De Simoni, il 27enne aggredito domenica sera in via delle Ancore a Ostia...

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Un pugno dopo l'altro. Colpi scagliati con una violenza inaudita. È così che Alessandro De Simoni, il 27enne aggredito domenica sera in via delle Ancore a Ostia Nuova, è stato ridotto in fin di vita. Il giovane è ricoverato in prognosi riservata all'ospedale San Camillo di Roma, ma le sue condizioni sono disperate e i parenti non si danno pace. Qualche piccolo precedente di droga alle spalle, è stato ridotto così da un coetaneo, Simone Meddi, 25 anni, dopo un acceso diverbio. Una questione personale di poco conto, che riguardava la fidanzata di Alessandro e la sorellastra di Simome. Che si è conclusa nel sangue. Alessandro non ha avuto nemmeno il tempo di reagire. Schiaffi e cazzotti rapidi e consecutivi, sul viso i segni di un tirapugni. Il giovane è caduto a terra, battendo la testa, ormai privo di sensi.

LA SCENA
Alcuni testimoni e la fidanzata di Alessandro, hanno assistito alla scena in lontanza, dato l'allarme e cercato di prestare i primi soccorsi, mentre l'aggressore si dava alla fuga in macchina assieme a un amico. È stata proprio la ricostruzione dell'identikit fornita da chi ha visto, a cominciare dalla compagna di Alessandro, a indirizzare i militari: la caccia all'uomo si è conclusa poche ore più tardi in una villa di Ostia Antica, dove l'aggressore è stato arrestato. Tentato omicidio è l'accusa di cui dovrà rispondere. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal colonnello Alessandro Nervi, stanno facendo luce sull'accaduto. A partire da quell'appuntamento al buio dato solt qualche ora prima con lo scopo di risolvere «una questione personale».
«Non ci sono elementi che possano rimandare a faccende di droga o racket», escludono categorici gli investigatori. Cade pure la pista sentimentale, nessuna rivalità per una donna.
 

«Abbiamo visto due persone che parlavano animatamente hanno raccontato alcuni testimoni- poi ad un tratto le botte. Il poveretto non ha avuto il tempo di difendersi». Una forza inaudita tanto da provocare la frattura del polso all'aggressore.
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Il Messaggero