A Ostia torna l'incubo corruzione: «Volevano vendere il lungomare»

A Ostia torna l'incubo corruzione: «Volevano vendere il lungomare»
«Si stavano vendendo il nostro lungomare». I dipendenti del X Municipio, quello di Ostia, si sentono delusi e traditi. L'ex Palazzo del Governatorato è il...

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«Si stavano vendendo il nostro lungomare». I dipendenti del X Municipio, quello di Ostia, si sentono delusi e traditi. L'ex Palazzo del Governatorato è il cuore dell'attività amministrativa di Ostia, a pochi passi da quel litorale su cui la mala politica e qualche imprenditore senza scrupoli ha tentato di metterci sopra le mani. Proprio come accade nella Suburra di Sollima, dove gli interessi delle spiagge fanno gola a onorevoli e criminali. Ma sul mare di Roma di finzione c'è ben poco. Ostia ritorna nel suo incubo, dopo un letargo di due anni in cui la guida del prefetto Vulpiani ha riportato il territorio a una semi normalità. Da quando dalle carte dell'inchiesta su Tor di Valle emerge che il capogruppo M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara, avrebbe ottenuto da Parnasi un progetto per il restyling del lungomare di Ostia.


LE REAZIONI
«Pensavamo di esserci lasciati tutto alle spalle - racconta Cinzia, funzionaria all'ufficio anagrafe - e rieccoci: ci ritroviamo le telecamere all'uscita e siamo di nuovo punto e a capo. Come se nulla fosse cambiato». Il rieccoci per Cinzia e gli altri 900 dipendenti del Municipio X è quel clima di tensione, all'indomani di ogni inchiesta che a Ostia ha svelato gli intrecci tra potere e illegalità. Dal 1992, quando nell'allora XIII circoscrizione scoppiò il primo caso di Mani Pulite, una storia di mazzette e consiglieri, alla cronaca recente del 2015 con il presidente del Municipio, il dem Andrea Tassone, travolto dall'operazione Mondo di Mezzo. Arrivò la commissione dei prefetti e quel timbro per Ostia: terra dei clan.

LA DELUSIONE

«Nel cambiamento questa volta ci speravo davvero - aggiunge Federico, che smista la posta da un ufficio all'altro - Avremmo voluto scrollarci di dosso questa etichetta e invece ci ritroviamo a fare i conti con le storie di sempre, ci siamo stancati». «Hanno scritto che noi qui siamo il feudo dei cinquestelle - ribatte Anna, sportello certificati - Noi qui siamo soprattutto cittadini liberi e la maggior parte di noi è fatta da persone oneste. Abbiamo creduto nella legalità ma qui le cose continuano a non cambiare: va tutto male». La presidente grillina Giuliana Di Pillo si sottrae all'aula: «Sta attendendo indicazioni da Roma», fanno sapere dal suo entourage. E intanto, nel consiglio municipale riunito ieri alle richieste dell'opposizione sulla vicenda stadio, la maggioranza M5S ha risposto solo con il silenzio.
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Il Messaggero